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Tra sindacati e Azienda sanitaria è rottura: venerdì presidio di medici e infermieri, sale la tensione

Nordest > Pordenone
Mercoledì 25 Novembre 2020 di Alberto Comisso
L'ospedale di Pordenone
  • 1

PORDENONE - Fumata nera. La conciliazione tra le parti sindacali e l’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale non c’è stata. La mediazione tra le parti, affidata al nuovo prefetto Domenico Lione, è saltata. Come del resto era saltata quella di quest’estate, che poi aveva portato allo sciopero generale della sanità pubblica. Un muro contro muro tra Nursind, Uil, Cgil e Rsu e Asfo sui problemi del comparto sanitario, dopo che la settimana scorsa era stato annunciato lo stato di agitazione. Le forze sociali hanno ribadito la richiesta di assunzioni e maggiore sicurezza, visto che il personale è allo stremo da inizio pandemia.
PROROGA CONTRATTI
«Non siamo giunti a una conciliazione e quindi al raffreddamento - hanno commentato i sindacati -. La direzione generale, nonostante la nostra apertura a rivedere anche i numeri del personale che abbiamo chiesto in aggiunta, non è stata disponibile al confronto. Noi abbiamo ribadito la necessità di proroga dei contratti a tempo determinato in essere e degli interinali almeno al 30 giugno. Il prefetto su questo ultimo punto più volte ha sollecitato l’amministrazione ad accettare, ma il direttore generale Joseph Polimeni ha preferito non assicurare la sanità ai cittadini». Le preoccupazioni sono molte. «Il rischio reale è di perdere il personale che lavora in questa provincia perché in altre regioni vengono offerti contratti con maggior sicurezza - hanno messo in luce i sindacati -. Polimeni dovrà assumersi le responsabilità di questa scelta che va contro i lavoratori e i cittadini. A molte domande non ha dato risposta, come per esempio alle questioni dell’impoverimento della resistenza territoriale e dell’attività chirurgica oncologica». 
IL PRESIDIO
Sindacati e Rsu hanno indetto per venerdì un presidio, dalle 9.30 alle 11.30 in piazzetta del Portello, sotto la direzione dell’Asfo. Polimeni è stato chiaro: «La gestione ordinaria mostra una sostanziale stabilità. In questo momento cerchiamo di superare le difficoltà insieme. L’AsFo sta lavorando soprattutto sulla gestione dell’emergenza con un piano straordinario». Ieri mattina al prefetto sono stati sviscerati alcuni dati dallo stesso direttore generale. Al 31 ottobre, confrontando il fabbisogno decretato e i presenti, per quanto riguarda il servizio infermieristico ospedaliero c’erano 64 persone in più rispetto al fabbisogno programmato a settembre. Sul fronte delle assunzioni (approvate con decreto) arriveranno entro il 31 dicembre, tra rapporto a tempo determinato e indeterminato, 105 figure professionali. Tra queste 25 operatori socio-sanitari, 14 fisioterapisti, altrettanti infermieri e 12 tecnici di laboratorio.
LA RABBIA DEI MEDICI
Capitolo piano assunzioni straordinarie per l’emergenza Covid: tra infermieri e oss il piano prevede la contrattualizzazione di 123 operatori. Numeri, tuttavia, che non raffreddano gli animi. E che danno lo spunto anche ai medici (convocati il 16 dicembre a un tavolo «sull’articolazione aziendale dell’orario di servizio dei dirigenti», tema ritenuto inopportuno vista la carenza di personale), attraverso le loro sigle sindacali, di alzare i toni: «In un periodo in cui il personale sanitario tutto viene spostato di reparto, rimbalzato da una sede all’altra, riconvertito nelle mansioni, richiamato in servizio da ferie e riposi e programmato in sovraore, sotto stress e a rischio aumentato per la salute individuale - si legge in una nota - ci chiediamo piuttosto perché la direzione generale non abbia mai considerato l’opportunità di sentire o, quanto meno, informare i sindacati dei piani di contrasto alla pandemia che coinvolgono i dipendenti dell’Azienda e nostri iscritti. Questo in un’ottica di collaborazione, rispetto e correttezza che reclamiamo, inascoltati, ormai da tempo».
CHIESTO UN TAVOLO
Aaroi-Emac, Anaao, Anpo, Cgil, Cimo, Cisl, Fesmed, Fvm-Sivemp, Sner e Uil Fpl chiedono la convocazione urgente di un tavolo sindacale «per essere informati in maniera puntuale sulla situazione attuale, sulle strategie di contrasto a breve-medio termine rispetto alla pandemia, sui piani di impiego dei dirigenti area sanità nei vari ambiti e, non ultimo, quale impegno la direzione si assume rispetto all’attuale carico eccezionale di lavoro».

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