Acqua, Regione Fvg pronta alla stretta: ordinanze entro 15 giorni, toccate anche le utenze private

Venerdì 17 Marzo 2023 di Marco Agrusti
Il letto del Tagliamento quasi totalmente in secca

Di tempo, evidentemente, non ce n’è più. E c’entra poco anche la scadenza elettorale del 2 e 3 aprile, perché il tema è trasversale. Interessa tutti e non si presta alla propaganda di qualsiasi colore. L’emergenza siccità era vera già qualche settimana fa. Ora l’allarme è totale.
E la Regione Fvg, sulla scia di quanto deciso dal presidente del Veneto, Luca Zaia, ha deciso di intervenire.

L’orizzonte temporale è quello dei prossimi 15 giorni: entro quella data saranno date indicazioni univoche ai comuni più colpiti dall’emergenza per mettere in campo la stretta. 


LA DECISIONE
Tempo di ordinanze, anche in Friuli Venezia Giulia. Bisogna già iniziare a risparmiare acqua, perché le previsioni parlano chiaro: oggi, domani e domenica non pioverà. Qualche goccia - ma si parla di rovesci minimi, quasi del tutto ininfluenti - è segnalata solamente per lunedì. Troppo poco, bisogna agire. E la conferma dell’accelerazione è arrivata direttamente dall’assessore regionale all’Ambiente, Fabio Scoccimarro. «Prima di tutto - ha spiegato l’esponente della giunta Fedriga - abbiamo ancora in vigore il decreto del presidente Fedriga varato a giugno del 2022 per la sofferenza idrica. La Protezione civile - ha proseguito Scoccimarro - si era già impegnata a predisporre con i gestori del servizio idrico schemi di ordinanze per i sindaci». Ma la vera svolta arriverà tra la prossima settimana e quella successiva, quando sul tema della siccità che sta colpendo il Friuli Venezia Giulia andranno in scena due vertici decisivi. «Nei prossimi sette giorni - ha confermato sempre l’assessore Fabio Scoccimarro - è previsto un primo incontro con i gestori del servizio per valutare i testi dei provvedimenti. La settimana successiva - ed eccoci al punto principale - verranno coinvolti i Comuni interessati». Si valuteranno infatti le aree geografiche della regione maggiormente colpite dalla carenza idrica. E partiranno le prime misure di contenimento dei consumi, che potranno toccare non solo i grandi flussi idrici, ma anche le utenze private. Il tutto in netto anticipo rispetto non solo all’estate, ma anche alla primavera. 


IL QUADRO
In montagna c’è ormai pochissima neve. L’immagine più eloquente è quella che si vede dalla pianura puntando lo sguardo sul Piancavallo, in provincia di Pordenone. I bacini sono in sofferenza e sono ancora impresse le immagini delle risorgive in secca lungo tutta la linea di risalita del Friuli Venezia Giulia. Gli agricoltori alcuni giorni fa avevano lanciato l’allarme: un terzo delle colture sarebbe già a rischio. Non solo mais e soia, ma anche orzo e frumento. 
In Friuli Venezia Giulia si alzano i livelli dei fiumi Cellina (restano pero inferiori a quelli del 2022) e Tagliamento, nonché del torrente Cornappo. Sui rilievi ha ripreso a depositarsi un po’ di neve, principalmente nella zona nordoccidentale della regione (Alpi e Prealpi Carniche) dopo un febbraio senza pioggia e con le nevicate più scarse da 50 anni. Il settimanale report dell’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche, pur di fronte ad un contesto leggermente migliorato, certifica una verità: l’Italia non ha più grandi fiumi. Con le scarse precipitazioni l’allarme siccità è esteso non solo in Italia ma in tutta Europa, impattando sulle produzioni agricole. Se in Francia con le alte temperature stenta la crescita dei fiori da destinare ai profumi, in Spagna mancano le ghiande per alimentare i maiali destinati al Pata negra. Lo fa sapere la Coldiretti che, sulla base del dati sistema europeo Copernicus Climate Change Service, annovera l’inverno 2023 il secondo più caldo mai registrato prima in Europa con una temperatura superiore di 1,44 gradi la media della stagione 1991-2020. Tante le anomalie del clima nei diversi Paesi del Vecchio Continente ma anche nel resto del mondo. 

Ultimo aggiornamento: 07:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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