Segnaletica stradale bilingue anche in friulano: riparte lo scontro dopo il nuovo post

Domenica 16 Maggio 2021 di Daniela Pillon
Cartellonistica stradale bilingue
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SACILE - Non si placa la polemica innescata sulle pagine social di diversi comuni della pedemontana in seguito alla comparsa di cartelli stradali con la doppia denominazione, italiana e friulana, lungo le strade regionali del pordenonese. Dopo lo sconcerto iniziale di quanti avevano interpretato l'iniziativa come una boutade politicamente targata e uno sperpero di denaro pubblico, diversi commenti e le precisazioni, a cominciare dall'intervento di Markus Maurmair, attuale presidente dell'Assemblea della Comunità linguistica friulana, sulle pagine de Il Gazzettino hanno rimesso le cose al loro posto.

Infatti non si tratta di un'iniziativa frettolosa né tanto meno onerosa, ma dell'attuazione della normativa sulla tutela delle minoranze linguistiche che ha una lunga storia e che, non solo recepisce la legislazione europea in materia, ma ha anche una ricaduta positiva sulla difesa della specialità della nostra regione.

 
VUARDE DAL FRIUL

A riaccendere gli animi ci ha pensato, però, il lungo post della pagina Vuarde dal Friul, molto attiva nella difesa della friunalità (con tutte le sue diversità) in cui si chiede all'ARLeF (l'Agjenzie RegJonal pe Lenghe Furlane) la revisione delle denominazioni ufficiali che si ritengono sbagliate in quanto non rispettose delle varianti locali e destinate a creare divisions e sentiments anti furnalitat tra furlans. Secondo Vuarde dal Friul la forma Polcenic, per esempio, «no je mai esistud... al è dome un strambolot di qualcuno, magari di Udine, che non conosce questa località. Roba da sgrisulasi a cui porre rimedio», conclude il post. A questo punto la sfida è stata lanciata e i commenti, in questi giorni, sono piovuti a catinelle.


ALESSANDRO FADELLI

E se c'è chi invita alla pacatezza e razionalità come Alessandro Fadelli, insegnante e storico locale, il quale fornisce anche numerosi consigli bibliografici per coloro che, su tale questione, volessero capirne di più evitando prese di posizione poco motivate, non manca chi si infiamma ritenendo le denominazioni in un friulano standard poco rispettose della cultura e della storia locale. «Alcuni commenti- scrive Fadelli denotano una scarsa o nulla conoscenza di linguistica e di storia friulana, argomenti complessi e sui quali seri studiosi, a livello universitario e non solo, hanno svolto lunghe ricerche e pubblicato articoli e libri».


DIEGO NAVARRIA

Commento dopo commento, la querelle sulle denominazioni in friulano sulla cartellonistica del pordenonese, vira verso una discussione più dotta sulla problematica della lingua in una regione di confine, dove lingue, dialetti con mille varianti, tradizioni e storie complicate hanno fino ad ora interessato solo gli addetti ai lavori. «Sacile, per esempio commenta Diego Navarria, predecessore di Markus Maurmair alla guida dell'Assemblea per la Comunità linguistica friulana - è contemporaneamente Giardino della Serenissima e Porta del Friuli. Un Giano bifronte che, forse, può fare da ponte tra storie, realtà, lingue differenti. E ben venga l'occasione per discutere del nostro passato, del nostro presente, e del futuro in un mondo complicato e sempre più interconnesso. Conoscere le nostre radici, sapere da dove veniamo e dove stiamo andando, aiuta, forse, ad intravvedere la meta». 

 

Ultimo aggiornamento: 11:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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