Vandalismi a scuola: 10 studenti sospesi, allertati i genitori che protestano

Mercoledì 8 Maggio 2019 di Marco Agrusti
Vandalismi a scuola: 10 studenti sospesi, allertati i genitori che protestano
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PORDENONE Dieci sospensioni in altrettanti mesi. Non in tutta la provincia, ma nella Destra Tagliamento. C'è chi ha imbrattato i muri delle scuole, come accaduto a Pasiano; altri invece hanno messo fuori uso gli strumenti dell'aula di chimica. Il risultato? Studenti sospesi, e genitori in guerra contro le scuole per difendere i figli. Si arriva a più di cento alunni che per ragioni disciplinari hanno dovuto saltare almeno una settimana di scuola dopo un provvedimento emanato dalla dirigenza del proprio istituto. Sono numeri record, mai prima d'ora si era arrivati a una quota simile nel mondo scolastico pordenonese. Il tutto nei giorni nei quali il governo nazionale ha sancito l'addio alle sospensioni per quanto riguarda il ciclo della scuola primaria, che da tutti è più conosciuta come scuola elementare. A quanto pare, però, il grosso problema riguarda principalmente la secondaria di primo grado, cioè le scuole medie. E sono i genitori - ecco il secondo (ma forse per importanza il primo) aspetto della vicenda - i primi nemici delle stesse scuole che emettono i provvedimenti a carico degli studenti.
L'ALLARMEUn centinaio di sospensioni in un anno scolastico, un numero che può ancora gonfiarsi nelle ultime settimane prima delle vacanze estive. E una pila di carte sulle scrivanie dei dirigenti scolastici: sono tutti i reclami ufficiali presentati da mamme e papà, genitori convinti che il loro figlio non abbia in realtà violato né le norme interne alle varie scuole, né quelle più generali del vivere civile. La voce dei presidi è quella di Alessandro Basso, che ormai ricopre il ruolo di consigliere regionale ma che in questo caso parla ancora da dirigente scolastico: «Le nostre stanze - spiega - sono piene di reclami. Arrivano dai genitori che ormai credono che i loro figli non abbiano colpe, e che sia la scuola a sbagliare se sospende un ragazzo che si è comportato male». Le forme attraverso le quali i genitori manifestano sempre più spesso il loro dissenso sono tante: si va dall'organo di garanzia interno all'istituto scolastico, che può essere investito di una sorta di riesame del merito, a quello regionale per i casi più gravi. «Sempre più spesso - conferma Basso - ci sentiamo dire dai genitori che il loro figlio non ha commesso il fatto che la scuola invece gli imputa portando normalmente delle prove concrete, quando non delle vere e proprie confessioni. Oggi - è l'amara conclusione - le sospensioni rischiano di diventare provvedimenti assolutamente inutili, quasi tempo perso di fronte all'atteggiamento dei genitori». 
GLI SVILUPPIMa che fine fanno i reclami delle mamme e dei papà che credono a tutti i costi all'innocenza dei loro figli? Nel 90 per cento dei casi - è ciò che si rileva a Pordenone e dintorni - le istanze sono rigettate dagli uffici scolastici, anche se ci sono dirigenti scolastici che per evitare di ingaggiare una battaglia improduttiva e dannosa per i ragazzi e la scuola stessa preferiscono il cosiddetto colpo di spugna. «Oggi più che mai - va avanti Basso - c'è bisogno che la scuola si dimostri ferma e in grado di proseguire lungo la strada dell'autorevolezza».
GLI EPISODIUn centinaio di sospensioni da scuola per motivi disciplinari in tutta la provincia, si diceva. Sono numeri significativi, ma lo è ancora di più il tentativo di capire perché questi alunni sono stati allontanati dalle lezioni per periodi che variano generalmente dai sette ai dieci giorni. Stando a quanto raccolto, al primo posto ci sono gli atti di vandalismo. Laboratori tecnici danneggiati, muri imbrattati, proprietà della scuola non rispettate dai principali fruitori, cioè gli studenti. Al secondo posto c'è il bullismo vero e proprio, che nei casi peggiori sfocia nelle mani addosso ai compagni di classe. Poi ci sono intemperanze varie, come risposte volgari nei confronti dei professori. E in tutto questo spiccano molti genitori, che preferiscono impugnare i provvedimenti degli istituti invece di redarguire i figli. 
Ultimo aggiornamento: 12:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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