Più di quattromila professori e maestri hanno fatto il test: solo 13 positivi, il ritorno a scuola è più sicuro

Sabato 5 Settembre 2020 di Marco Agrusti
Il test sierologico

 C’erano dubbi, tanti. C’è stata tensione, sia tra prof e medici che tra questi ultimi e l’Azienda sanitaria. Ma una volta messi a posto i pezzi del sistema - varato come accade ormai da mesi in pochi giorni - l’operazione è stata portata a termine, e servirà a garantire una ripartenza scolastica più sicura. Lo dicono i numeri: in provincia di Pordenone ben 3.500 tra docenti e dipendenti del mondo della scuola si sono sottoposti al test sierologico utile a ravvisare la possibile presenza del Coronavirus, ora o in passato. E solo una decina ha ricevuto l’esito positivo ed è ora in attesa del tampone. Una percentuale bassissima che inserisce il quadro del ritorno in classe (fissato il 16 settembre) in una cornice di maggiore tranquillità. In provincia di Udine,  a oggi sono 3.900 i docenti che si sono prenotati per sottoporsi al test, “in pochissimi giorni ne abbiamo fatti 1.215 – afferma il direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale, Giorgio Brianti – e finora sono stati riscontrati solamente tre 3 casi positivi”. In questo caso si procede con il tampone entro 48 ore e, in attesa della risposta, la persona dovrà rimanere in isolamento fiduciario.

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I DATI A PORDENONE
A Pordenone la platea dei destinatari dell’operazione voluta dal ministero della Salute era composta da circa 5mila persone, tra docenti e personale che a scuola non insegna ma ci lavora, frequentando gli stessi ambienti di studenti, maestri e professori. Ben più del 50 per cento degli utenti della scuola, quindi, ha risposto alla chiamata sottoponendosi al test sierologico. In alcune regioni non si è arrivati a nemmeno un terzo del totale, quindi in provincia di Pordenone si può parlare di una partecipazione più che buona all’iniziativa. E più che buoni sono anche i risultati: i medici di base, attraverso l’Ordine provinciale, hanno infatti comunicato che solamente una decina tra insegnanti e dipendenti della scuola ha ricevuto l’esito positivo del test sierologico. E per giunta si tratterebbe di una positività legata più che altro a un contatto con il Coronavirus avvenuto in passato e non di un’infezione in corso. Come da protocollo ufficiale, in quei casi è scattato il tampone, che è di competenza del Dipartimento di prevenzione. Si è in attesa degli esiti, ma la situazione non è affatto preoccupante, dal momento che le positività rilevate sembrano essere riferite al passato. Resta un dato: l’indagine ha dato i suoi frutti e vi hanno aderito più insegnanti rispetto alle previsioni iniziali. In queste ore sono in corso altri test, che potranno far lievitare il bilancio finale e arrivare a un risultato ancora migliore in vista del riavvio delle lezioni in provincia. 

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I DATI A UDINE
«A conti fatti – aggiunge Brianti – il totale del personale interessato per il nostro territorio è di circa 8.500 unità (il 50% di tutto il personale della regione). Considerando che i prenotati sono 3.900 – a cui si aggiungono i circa 1.000 docenti che si sono rivolti ai medici di medicina generale – possiamo dire che circa il 60% ha deciso di sottoporsi al tampone”. E, per accontentare tutti in tempi brevi, o meglio in tempo utile, il Dipartimento ha deciso di aumentare le sedute in alcune sedi e “con più personale. Inoltre – precisa Brianti – ci sono posti liberi fuori Udine, come a Cividale e a San Daniele».

I TEMPI
Gli esami sono iniziati da più di dieci giorni, e nel Pordenonese si concluderanno come da programma lunedì. Inizialmente si era pensato anche a una possibile proroga, viste le difficoltà iniziali legate al reperimento dei medici volontari e alle prime rimostranze palesate da alcuni insegnanti e dipendenti della scuola. Poi però il sistema ha superato la fase di rodaggio e non è stato necessario allungare la finestra utile per effettuare gli esami sierologici. In provincia di Udine, invece, si andrà avanti ancora per una settimana, nel tentativo di raggiungere Pordenone e il suo ottimo risultato. Lunedì, nel Friuli Occidentale, ci si dedicherà solamente al distretto a cui fa riferimento il capoluogo. Alcuni medici di base andranno “in soccorso” dei colleghi pordenonesi e l’operazione si riuscirà a completare. 

IL COMMENTO
«Ieri - ha spiegato il presidente provinciale dell’Ordine dei medici, Guido Lucchini - abbiamo terminato le attività negli altri distretti.

Abbiamo dato una mano al sistema sanitario in un momento difficile a causa della pandemia. I medici hanno partecipato all’operazione per rendere la scuola più sicura, dimostrando senso di responsabilità». I professionisti impegnati sono circa una novantina in tutta la provincia di Pordenone, una cinquantina in quella di Udine. 

Ultimo aggiornamento: 10:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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