La sanità in affanno, mancano all'appello 150 infermieri

Giovedì 25 Giugno 2020 di Alberto Comisso
Sanità in affanno, mancano 150 infermieri
PORDENONE  -All’appello mancano 150 tra infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici di laboratorio. E’ una sanità, quella della Destra Tagliamento, che in quanto a numeri continua ad annaspare. Le ferie estive sono prossime e negli ospedali dell’Asfo l’aria che si respira tra il personale in servizio - non sono esclusi i medici - è sempre più pesante. 
SALTANO I RIPOSI
«La direzione ha già comunicato - sottolinea Pier Luigi Benvenuto, segretario provinciale della Cgil-Sanità - che per far fronte a questa situazione il personale dovrà saltare i turni di riposo che, da contratto, spettano di diritto. Questo altro non fa che esporre ulteriormente tutti ad una serie di rischi: la stanchezza può giocare brutti scherzi. Qui non si lavora con giocattoli ma con persone, in carne ed ossa. Un errore, lo si sa bene, potrebbe essere fatale». La mancanza di (sufficiente) personale in servizio ha già imposto dei tagli che, come sempre, si ripercuotono sui pazienti. Tagli che riguardano le sale operatorie. A Pordenone, in condizioni normali, su dieci a disposizione nove sono aperte. «In estate, invece, il servizio è garantito da cinque (più una per le emergenze). Una prassi in essere sino al 2019. E quest’anno? Da cinque – tuona Benvenuto – si è già passati a tre. Non oso nemmeno immaginare quando verranno recuperati gli interventi che, a causa del Covid-19, sono stati cancellati».
LO SCENARIO
Uno scenario, quello descritto dal segretario provinciale della Cgil-Sanità, che non promette nulla di buono. E che, più passa il tempo, rischia di peggiorare ulteriormente una situazione già compromessa. «Le criticità – afferma Benvenuto – sono state messe più volte nero su bianco. Le abbiamo esposte anche martedì al direttore generale dell’Asfo, Joseph Polimeni, ma ancora una volta non abbiamo avuto nessuna risposta. Sigle sindacali ed rsu avrebbero voluto aprire un confronto serio, cercando magari di arrivare ad un compromesso. Purtroppo non è stato possibile». Oggi i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil si incontreranno. «Faremo il punto – annuncia Benvenuto – sulla vertenza nei confronti della direzione. Non dobbiamo e non possiamo arrenderci: adesso è il momento di tenere vivi temi che stanno tenendo sulle spine il personale dipendente dell’Asfo». Un esercito di circa 3mila e 200 persone che sta attendendo delle risposte. «I numeri – attacca sempre il segretario provinciale della Cgil-Sanità – non tornano. Il personale è nettamente sotto organico: all’appello mancano 150 tra infermieri, oss e tecnici di laboratorio. Senza dimenticare i medici: ortopedici ed internisti sono diventati ormai una rarità». Rispetto alla programmazione annuale 2019 dell’Asfo, ci sono 60 infermieri in meno.
LE ASSUNZIONI
«Quest’anno - Benvenuto snocciola i dati - ne sono stati assunti 142, ma 55 di questi sono passati da contratto a tempo determinato o interinale a contratto full time. Per 84 forze nuove, 65 sono quelle andate in quiescenza o che sono state trasferite. Quindi il saldo è ancora negativo. Carenze le rileviamo anche tra gli oss. Tra l’altro dei 600 operatori in servizio, 60, avendo perso l’idoneità, non fanno più assistenza». Situazione non diversa se si parla di tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia, personale amministrativo, operai ed ostetriche. «E’ triste ma doveroso ammettere che siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Ci ritroviamo – attacca Daniela Antoniello della Cisl - con l’amaro in bocca di chi avrebbe voluto dire e voluto ascoltare. Ci ritroviamo a dover organizzare il prossimo passo, unitario più che mai, verso una svolta che metta fine a questa arroganza e prepotenza che sta danneggiando e svilendo la sanità pordenonese». Piccole gocce che, insieme, hanno fatto traboccare il vaso. Ora sindacati ed rsu che minacciano di proclamare lo stato di agitazione. 
Ultimo aggiornamento: 08:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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