Dopo la sanatoria emerse 20mila badanti e colf: boom nel lockdown. Chi sono i datori di lavoro

Lunedì 25 Gennaio 2021 di Antonella Lanfrit
foto di repertorio

UDINE La «sanatoria» 2020 inserita nel cosiddetto decreto rilancio ha indotto in Friuli Venezia Giulia la regolarizzazione di 1.563 tra badanti e colf, facendo così salire il numero complessivo a oltre 20mila unità (ce n'erano 19.255 nel 2019) con un incremento del 17,5% rispetto al 2012.

In costante ascesa le badanti, che rappresentano il 75,6% di queste tipologie di lavoratori, mentre sono in calo le colf, che rappresentano il 24,4% del totale.

È la prima istantanea che emerge dal Rapporto annuale sul lavoro domestico di Domina, l'associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico, che in Italia nel corso del 2020 ha riscontrato un boom di assunzioni durante il lockdown, in particolare a marzo, con incremento di richieste sia per badanti che per baby sitter. Un trend, quest'ultimo, connesso con la chiusura delle scuole e il contestuale bonus governativo per supportare le famiglie alle prese con un'esperienza inedita. Il costo complessivo per le famiglie regionali che si avvalgono di queste collaborazioni ha raggiunto i 167 milioni, con un valore aggiunto dei lavori domestici che si stima in 400 milioni. Le persone impiegate sono per la maggioranza provenienti dall'Est Europa (57,4%), seguite dal 29,1% di italiani, 6,6% di asiatici, 4,0% di origine africana. Un 2,5% arriva dall'America e lo 0,4% dall'Europa dell'Ovest. Nella stragrande maggioranza si tratta di donne, 94,3 per cento. In regione il lavoratore domestico ha in media 51,3 anni e, per quanto riguarda le settimane lavorate, nel 61,7% dei casi non ha completato l'anno lavorativo. L'incidenza degli italiani è maggiore nei lavoratori domestici non conviventi con l'assistito.

IDENTIKIT Ma chi è il datore di lavoro di queste persone? Secondo l'analisi condotta da Domina, il datore di lavoro ha un'età media di 74 anni e si registra una leggera prevalenza maschile, pari cioè al 52% dei casi. Dei 167 milioni spesi nel 2019 dalle famiglie friulane e giuliane, 133 milioni hanno riguardato la retribuzione, 24 milioni di contributi totali e 10 milioni il Tfr. A livello provinciale Udine detiene il primato per la presenza di colf (46,2% del totale regionale) e di badanti (45,1%). In termini relativi, però, la massima incidenza di colf si registra a Trieste (4,2 ogni mille abitanti, media regionale: 3,9), mentre quella di badanti è a Pordenone (16,6 badanti ogni cento anziani, media regionale 14,5). Per sostenere in parte l'onere delle famiglie per l'assistenza agli anziani e non autosufficienti, il Rapporto evidenzia che la Regione in Friuli Venezia Giulia finanzia il Fap, il fondo per l'autonomia possibile, che prevede contributi economici pe l'assistenza di persone non autosufficienti, e il «fondo gravissimi» per il sostengo di persone affette da disabilità grave. Infine, per l'assunzione regolare di una badante, è disponibile un servizio regionale gratuito. Il Rapporto di Domina alzo lo sguardo al futuro, prevedendo un aumento nel numero di badanti impiegate nelle famiglie, per l'accrescere del numero degli anziani. Le prospettive demografiche, infatti, indicano che nel 2050 in regione vi saranno 67mila ultra ottantenni in più e 9mila bambini in meno nella fascia 0-14 anni.

I NUMERI «Valori si legge nel documento che suggeriscono una potenziale crescita del numero di badanti. Infatti, la componente anziana sarà più numerosa di quella infantile: 14,8% della popolazione contro l'11,7 per cento». In Italia la sanatoria del 2020 ha fatto emergere 177mila posizioni, ma Domina stima ancora 2 milioni di lavoratori in nero. Per questo l'associazione insiste sulla deducibilità delle spese e sul sostegno alle famiglie che «porterebbero un'emersione del lavoro sommerso, incrementando il gettito fiscale per lo Stato».

Ultimo aggiornamento: 16:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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