Regole inapplicabili, la rivolta delle Pro Loco: "Presi in giro, salteranno tutte le sagre"

Mercoledì 27 Maggio 2020 di Marco Agrusti
Regole inapplicabili, la rivolta delle Pro Loco: "Presi in giro, salteranno tutte le sagre"
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PORDENONE - «Noi non siamo ristoratori. Non siamo titolari di attività commerciali. Siamo associazioni che si dedicano all’organizzazione delle sagre. Le nuove norme comunicate dalla Conferenza delle Regioni sono una presa in giro. Siamo noi, nel dettaglio, a sentirci presi in giro. Si dica che le sagre non potranno essere organizzate e si tagli la testa al toro». Ma quale ripartenza delle sagre paesane: la voce di Antonio Tesolin, uno dei vertici delle Pro Loco del Friuli Venezia Giulia, porta il pendolo della situazione dalla parte opposta. Le nuove linee guida, nella maggior parte dei casi, porteranno alla cancellazione di quasi tutti gli eventi estivi.
IL PROBLEMA
Ingresso se necessario contingentato; se possibile percorsi separati per l’entrata e l’uscita; possibilità di rilevare la temperatura corporea; tutti gli utenti e gli operatori devono indossare la mascherina. E ancora: distanza di un metro da mantenere sia nelle attività collaterali agli eventi che garantiscono la ristorazione e un’adeguata segnaletica che indichi sia i percorsi da seguire per evitare assembramenti che potrebbero favorire il contagio. Sono le linee guida della conferenza delle Regioni per quanto riguarda la possibile ripartenza delle sagre e degli eventi di paese, una delle colonne portanti dell’intrattenimento estivo in Friuli Venezia Giulia. Le norme sono di carattere nazionale, ma la Regione guidata da Massimiliano Fedriga vuole ancora una volta anticipare i tempi e predisporre già per lunedì un piano per far ripartire la complessa macchina delle Pro Loco. Il punto, però, è che secondo gli stessi organizzatori delle sagre, sarà impossibile. «Abbiamo letto attentamente le linee guida - spiega nel dettaglio Tesolin - e non sono altro che le norme già applicate per i ristoranti ed altri eventi. Ma noi non abbiamo dei ristoranti. Si dica semplicemente che non si vogliono far ripartire le sagre. Lo accetteremmo, sull’altare dell’emergenza sanitaria. Ma non ci si prenda in giro, perché quelle che abbiamo letto sono norme inapplicabili».
I DETTAGLI
Qui non si parla del Medioevo a Valvasone, della Sagra dei Osei di Sacile (che comunque potrebbe svolgersi limitatamente all’area fieristica) o delle grandi manifestazioni di fine estate. È troppo presto perfino per pensarci, a quelle. In questo caso ci si riferisce alle centinaia di sagre di paese che animano i mesi di giugno, luglio e agosto. Quelle fatte da un chiosco, una pista da ballo e l’orchestra. «Le nostre sagre - afferma sempre Tesolin - hanno mercatini, spazi per gli hobbysti, i luna park, le orchestre. Queste ultime, ad esempio, non sono minimamente regolamentate. E i chioschi? Le cucine di una sagra sono estremamente diverse da quelle professionali dei ristoranti. Non possono assolutamente essere gestite con le stesse norme. Da noi “lavorano” dei volontari, è tutto diverso e ci servono norme ad hoc». Un altro problema quasi insormontabile è la capienza. Ci sono sagre, in tutto il Friuli Venezia Giulia, che anche in un solo fine settimana attirano più di 10mila persone. Come fare con il contingentamento? «Dovremmo ridurre l’accesso a sole mille persone oppure rinunciare al chiosco? Ma è proprio il chiosco, ad esempio, a far vivere economicamente un’associazione o la stessa sagra che questa associazione organizza. Non capiamo perché questo argomento così importante per le comunità sia stato gestito in questo modo. Siamo pronti a rinunciare, a questo punto». Ci si troverebbe così di fronte a una situazione paradossale, con la Regione che spinge per dare la possibilità alle varie organizzazioni delle sagre di rimettersi in moto già dalla prossima settimana e dall’altro le Pro Loco, che si troverebbero di fronte alla concreta impossibilità di allestire un singolo e semplice chiosco. «Così, e non è una previsione fosca, bensì la realtà, non verrà fatto nulla. Rivolgeremo la nostra attenzione al periodo tra fine agosto e inizio settembre, perché per ora non crediamo di poter mettere in piedi alcunché». E questa istanza non rimarrà qui, arriverà direttamente in Regione.
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