Sequals, il ristoratore Polegato alla tv di Israele: «Ebrei strozzini, io ce l'ho con voi»

Sabato 14 Gennaio 2023 di Marco Agrusti
Il ristoratore di Sequals Polegato davanti alla telecamere della tv di Israele: «Ebrei strozzini, io ce l'ho con voi»

PORDENONE - Il marchio è quello di una delle più note e seguite televisioni commerciali del Paese. Si chiama “Reshet 13”. Trasmette dal centro di Tel Aviv, Stato di Israele. La voce, in lingua ebraica, quella dell’inviato. A tratti incuriosito, molto più probabilmente inorridito. Di certo professionale, azimato. Il luogo? È qui che nascono alfa e omega della storia, perché la televisione israeliana è entrata non in un ristorante a caso, ma “Da Teodora”. Sequals, pedemontana pordenonese, la “casa” di Ferdinando Polegato, il criticato ristoratore che pubblicamente non ha mai rinnegato la definizione di «fascista».

Così, tra busti del duce e canzoni del Ventennio (ma arriverà pure di peggio), ecco la fotografia scattata dall’emittente israeliana. È vero, il girato conteneva anche immagini della tomba di Mussolini a Predappio. Ma il cuore del servizio batteva a Sequals. 

LE FRASI CHOC
Chi va a “trovare” Ferdinando Polegato, si potrà pensare, sa a cosa sta andando incontro. Ma stavolta anche il ristoratore di Sequals si è spinto probabilmente oltre il suo “standard”. Di fronte all’inviato della televisione israeliana, infatti, si è lasciato andare a una prima frase: «Io ce l’ho un po’ su con gli ebrei».

Tutto sottotitolato in ebraico dall’emittente, un momento seguito dall’immagine di un avventore del ristorante con il braccio destro teso per il classico (almeno in quel locale) saluto romano d’ordinanza. Subito dopo Polegato ha provato a stemperare: «Speriamo che la “13” (riferendosi all’emittente, ndr) mandi in onda qualcosa di buono, altrimenti vadano a quel paese». Sempre a favore di telecamera. Ma è bastato scorrere fino alla seconda parte del lungo servizio, per trovare un secondo momento agghiacciante, con frasi pesantemente antisemite: «Noi siamo mille volte meglio di Israele - ha detto Polegato dialogando faccia a faccia con l’inviato della televisione di Tel Aviv -. Israele non ha niente, avete occupato una terra. Noi abbiamo portato la civiltà. L’ebreo è considerato uno strozzino. Le banche sono ebree». «Come ci vedi?», ha chiesto l’inviato. «Non ce l’ho con l’ebreo che lavora, ma con il sistema ebraico», ha sentenziato Polegato. 
Un obiettivo, quello del canale israeliano, che si è soffermato a lungo anche sui cimeli che campeggiano da sempre nel ristorante gestito da Polegato e dalla moglie Teodora: quadri del duce, frasi del duce, raffigurazioni del duce. E gli ormai noti momenti - per così dire - di folkore, come lo stesso Polegato che imita pedissequamente il discorso di piazza Venezia con cui nel 1940 Mussolini sancì l’ingresso dell’Italia in guerra con l’Asse. Poi le bottiglie con il volto del duce, tenute in mano dall’inviato israeliano. Tutto nel campionario degli orrori. 


LA POLITICA
Le immagini scorrono e diventa sempre più chiaro l’intento dell’emittente di tracciare un parallelo - azzardato - tra Giorgia Meloni e i nostalgici del Ventennio. I clienti del locale però su questo punto sono molto meno abbottonati: «Tutti noi fascisti abbiamo votato la Meloni», dicono senza problemi. «E oggi chi tocca un fascista muore», ha rincarato Polegato. Chiusura con l’ennesimo sproloquio: «Dobbiamo marchiare i comunisti sulla fronte, così li riconosciamo». Poi la porta del ristorante si è chiusa. E con lei, il servizio. La brutta figura invece resta, come un video che ha già iniziato a circolare. 

Ultimo aggiornamento: 16:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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