Ristoranti e parrucchieri, boom di prenotazioni: è la "spesa per vendetta"

Domenica 17 Maggio 2020 di Marco Agrusti
La titolare di un ristorante di Pordenone si prepara a riaprire
PORDENONE - Gli inglesi hanno un termine: revenge spending, letteralmente spesa per vendetta. In questo csao per vendicarsi - idealmente - di un virus che ha piegato il lavoro, chiuso i negozi, negato il divertimento, diviso gli amori e gli amici, ucciso e demoralizzato. E questa volontà di spendere (che riguarda chi fortunatamente ha mantenuto il potere d’acquisto) nel primo giorno utile post-lockdown si inizia a vedere anche a Pordenone, dove i ristoranti hanno il telefono bollente per le richieste di prenotazione e dove parrucchieri ed estetisti hanno una lista così lunga da far fatica ad accontentare le migliaia di “capelloni” spuntati in tutta la provincia. Anche i negozianti, specialmente quelli che si dedicano alla vendita di capi d’abbigliamento, hanno già ricevuto centinaia di chiamate per fissare un appuntamento e visitare la bottega in tranquillità. La sensazione che si tasta a 24 ore dalla vera fine del lockdown è quella che potendo, i pordenonesi torneranno presto a spendere.
VOGLIA DI VIVERE
«Pronto, buongiorno, posso prenotare un tavolo per lunedì sera?». Che non è esattamente la giornata più popolare per uscire a cena, ma se sono due mesi che non si può fare, allora va bene tutto, anche il giorno più “triste” della settimana. È questa la frase che rimbomba alla cornetta di molti ristoratori pordenonesi. Il problema è noto: le nuove regole impongono un taglio di circa il 50 per cento dei coperti, e anche per questo ormai i locali sono quasi tutti già pieni. «Ho già il ristorante esaurito per la riapertura», spiega lo chef pordenonese Carlo Nappo. Non sembra, quindi, che la paura del contagio (le norme servono proprio a ridurre il rischio nei luoghi diversi da casa) condizioni più di tanto i pordenonesi, che dimostrano di aver voglia di spendere appena suonerà la campanella.
PARRUCCHIERI
«Le prenotazioni le raccogliamo ormai da una settimana e siamo al completo», spiegano dal Salone Effe di piazza della Motta. I parrucchieri sono presi d’assalto: da due mesi, salvo bizzarri tentativi domestici, non ci si taglia i capelli. E così, tra una sanificazione e l’altra, si risponde al telefono e si cerca di incastrare gli orari per rispettare da un lato le ordinanze, e dall’altro le aspettative ormai bimensili dei clienti.
RINASCITA E PROBLEMI
I bar non hanno bisogno di accettare o rifiutare prenotazioni: l’accesso sarà libero, con l’obbligo di rispettare il metro di distanza tra i clienti. Ci si potrà anche “piazzare” al bancone, ma sempre con i 100 centimetri che scandiranno la normalità imposta dal virus. Il problema sarà un altro: come si gestiranno i clienti che - normalmente, sino a pochi mesi fa - si accomoderanno a fare capannello in piedi fuori dai locali? È un nodo non da poco, dal momento che gli assembramenti sono e resteranno considerati pericolosi, dal momento che per bere un buon bicchiere non si può tenere la mascherina nella posizione corretta. Alcuni esercenti si stanno già attrezzando, trasformando il lavoro dei “buttafuori” e indirizzando il loro operato nel controllo degli assembramenti. Per quanto riguarda piscine e palestre, anche in quel caso nelle ultime ore stanno già arrivando le prime telefonate per riprendere l’attività, nonostante le lezioni di gruppo non si possano ancora tenere. Un altro nodo riguarda gli hotel: riapriranno, ma per farli tornare a pieno regime servirà il turismo. Sarà quello il momento, allora, di sperare in una seconda ondata. Attenzione, non si parla di contagio, ma della voglia di spendere, stavolta per una vacanza in Friuli Venezia Giulia e se possibile nel Pordenonese.
Ultimo aggiornamento: 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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