«Paga o dico a tua moglie che sei gay
e mostro le foto»: condannato a 3 anni

Giovedì 19 Dicembre 2019 di Cristina Antonutti
«Paga o dico a tua moglie che sei gay e mostro le foto»: condannato a 3 anni
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PORDENONE - La relazione omosessuale finì tra ricatti e persecuzioni. Per liberarsi dal peso delle minacce un pensionato pordenonese fu costretto a denunciare un 63enne che vive nell'hinterland cittadino. L'uomo - imputato di rapina, estorsione, stalking e violazione di domicilio - ieri è stato condannato a 3 anni 4 mesi e 2mila euro di multa dal giudice monocratico Alberto Rossi. Alla parte civile, che si è costituita con l'avvocato Laura Ferretti, sono state riconosciute una provvisionale immediatamente esecutiva di 10mila euro e le spese legali quantificate in 5mila. Il giudice ha disposto che i danni vengano valutati dal giudice civile. L'imputato è stato invece assolto dall'accusa di rapina, reato che il pm Andrea Del Missier aveva invece ritenuto provato, tanto che aveva concluso per una condanna a 6 anni e mezzo di reclusione. «Caduta l'accusa di rapina, la vicenda si è ridimensionata - ha commentato il difensore Luca Donadon - Faremo appello».

La vicenda risale all'estate del 2013. I due si erano conosciuti su un sito dedicato a incontri omosessuali. Si erano dati appuntamento una prima volta, poi si erano rivisti ancora. Per il pensionato - che all'epoca lavorava come impiegato - la storia extraconiugale si trasformò ben presto in un incubo. Il partner occasionale cominciò a pretendere denaro usando anche metodi violenti. L'episodio del 18 luglio, quando la vittima sosteneva di essere stata presa a pugni e calci a scopo di rapina (gli era sparito l'orologio), non è stato provato nel corso del processo. Il giudice ha invece ritenuto credibili le pressioni e le intimidazioni a cui il pensionato è stato sottoposto tra luglio e ottobre.
L'estorsione è scattata nel momento in cui l'imputato ha minacciato l'ex amico di divulgare fotografie a sfondo omosessuale che lo riguardavano. Per evitare scandali, l'impiegato aveva cominciato a pagare. A più riprese aveva consegnato 700 euro, a cui si erano aggiunte ricariche telefoniche di 20/30 euro o pagamenti di bollette per lo stesso importo. E lo stalking si è concretizzato con telefonate a qualsiasi ora, visite a sorpresa sul luogo di lavoro e persino a casa, facendo insospettire la moglie della vittima.
Il pensionato era andato completamente in tilt. Viveva nella paura che il suo segreto potesse essere svelato e per via dell'ansia era stato costretto a rivolgersi a un neurologo che gli aveva dato 15 giorni di malattia e una terapia a base di antidepressivi. All'imputato erano contestate anche due violazioni di domicilio avvenute a luglio 2013, quando riuscì a entrare nell'abitazione dell'impiegato contro la volontà di quest'ultimo.
 
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