Regole rispettate nei negozi, ma gli affari sono ancora al palo

Martedì 19 Maggio 2020 di Alberto Comisso
Regole rispettate nei negozi, ma gli affari sono ancora al palo
PORDENONE - Un’aria frizzante. Si respirava un’atmosfera di gioia tra i tanti commercianti che ieri mattina hanno riaperto i loro negozi. Felici dopo un’attesa quasi snervante, durata due mesi e mezzo, di poter tornare a servire i loro clienti. Volti distesi e sorridenti, anche se la preoccupazione per il futuro c’è tutta ed è innegabile. Da una parte gli esercenti di Pordenone devono fare i conti con la mancanza di incassi e liquidità; dall’altra hanno tutta una serie di scadenze (fiscali e non) da rispettare. Per loro sarà un po’ come ricostruire un puzzle, mettendo ogni giorno i tasselli al loro posto. E non sarà, visto il periodo e le limitazioni, un’impresa né facile né immediata. Dietro al bancone, però, solo tanti sorrisi. I CLIENTI
Diverse le persone che, incuriosite, si sono soffermate a guardare abiti e scarpe esposti in vetrina e c’è chi ha pure comperato qualcosa. La prima giornata della ripartenza, dunque, fa registrare un bilancio positivo. Quello che, senza troppi giri di parole, fa trasparire Antonella Popolizio, presidente regionale di Federmoda: «Tra i negozi del mio settore – sorride – ho notato colleghi emozionati, come quando si riparte da zero o si inaugura un nuovo ciclo. I clienti si sono visti soprattutto a partire dalla tarda mattinata e, per fortuna, ci sono state anche le prime vendite. Speriamo che questo trend possa durare anche nei prossimi giorni». Popolizio tranquillizza tutti e spiega le nuove direttive: «Negli ultimi giorni – allarga le braccia – non ho fatto altro che sentire un mucchio di sciocchezze. Persone che sostengono che i capi vanno sanificati dopo essere stati indossati. Le nostre regole, lo ribadisco, non lo prevedono. Altro discorso, invece, riguarda i locali: quelli sì vanno igienizzati e sanificati. I clienti? Li ho visti comportarsi molto bene, tutti con le mascherine e molti con i guanti. Nessuna coda e nessun assembramento».
LA GIOIELLERIA
Il gioielliere Mario Marini, presidente regionale di Confesercenti, è invece arrabbiato: «Vedo più ombre che luci generate dalla tanta confusione che c’è. Noto persone spaventate e commercianti che, a causa delle misure restrittive troppo eccessive, sono stati messi in ginocchio. Il danno, che si sarebbe potuto evitare, è stato enorme. Le perdite per le aziende ancora non si conoscono, ma ora è giusto voltare pagina e lanciare un altromessaggio. Questa volta rassicurante: il peggio è alle spalle, i cittadini devono riprendere in mano la loro vita». Giordano De Carlo, titolare del negozio di abbigliamento Les Amis, vede il bicchiere mezzo pieno: «Oggi (ieri per il lettore, ndr) per me è stato un giorno emozionante: mi sembrava di essere uno scolaretto al suo primo giorno di scuola. Ho ricevuto un sacco di auguri degli amici e, per essere sincero, ho anche venduto qualche capo. Insomma, è stata una partenza moderata, tranquilla. I clienti si abitueranno a questa situazione e, poco a poco, torneranno a prendere in mano la loro vita». Da Erremoda si respira aria di grande ottimismo. «Ci è mancata la città – osserva Paola Fontanin – ci sono mancate loro, le nostre clienti. Vede, abbiamo la mascherina che ci oscura il sorriso ma abbiamo gli occhi che parlano da soli». Le fa eco Martina Biscontin: «Siamo molto entusiaste per questa ripartenza. Abbiamo preso tutte le precauzione e speriamo che i nostri clienti ci aiutino rispettando le disposizioni. I nostri locali? Stiamo attenti a mantenere un’adeguata areazione, un negozio fresco e soprattutto pulito. E’ tutto nuovo, vediamo come andrà». Morena Di Vittorio, titolare de l’Aquilone, è ottimista di suo: «Sono qua – sorride – ed è già un bene. Per me questi sono stati due mesi di riflessione e di riscoperta del valore e dell’importanza della famiglia. Il pensiero, è vero, sono i soldi. Per fortuna sono stata aiutata dai miei clienti, ai quali ho fornito parecchie mascherine: gliele portavo direttamente a casa. Ora vediamo, speriamo vada tutto bene».
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