Rianimazioni in Fvg, scintille in aula e battaglia sui posti letto

Mercoledì 5 Maggio 2021
Rianimazioni in Fvg, scintille in aula e battaglia sui posti letto

«Tutti i pazienti colpiti dal Covid in Fvg sono stati presi in carico all'interno degli standard previsti di sicurezza e di qualità del servizio ospedaliero».

A ribadirlo il vicepresidente Riccardo Riccardi, nel corso dell'audizione sulla questione delle terapie intensive in III Commissione del consiglio regionale, durante la quale è andato in scena un nuovo scontro tra i rappresentanti regionali del sindacato Anestesisti rianimatori ospedalieri - Emergenza area critica e i direttori dei reparti di emergenza e rianimazione degli ospedali regionali.


IL PUNTO
Motivo del contendere le rimostranze sulle criticità nella gestione della pandemia e i numeri dei ricoveri nelle Terapie intensive, questioni sollevate il 7 aprile con una lettera a Fedriga, dal sindacato dei rianimatori guidato da Alberto Peratoner. «Abbiamo segnalato i problemi irrisolti e denunciato Intensive improvvisate a Udine e cura dei pazienti critici in reparti non adatti» ha ribadito il presidente dell'Aaroi Emac. «Una situazione di ferie bloccate, straordinari ancora non pagati, numero insufficiente e carenza di competenze degli infermieri immessi nelle aree di emergenza, alta percentuale di morti per Covid, mancato coordinamento gestionale anche a causa del depotenziamento della Sores». Alle dichiarazioni di Peratoner sono seguite le repliche dei direttori dei reparti, da Tommaso Pellis (Asfo) che ha sottolineato come «la sicurezza è sempre stata garantitae l'incremento dei posti letto è avvenuto utilizzando locali adeguati», passando per Umberto Lucangelo, dirigente dell'Asugi, il quale ha elencato i dati sull'accoglienza che mostrano «che la rete regionale ha funzionato» e le ferie «sono state soppresse solo nelle 3 settimane più critiche, garantendo i riposi». Il più duro di tutti però è stato Amato De Monte, direttore Asufc: «Mai i pazienti sono stati intubati, ventilati e lasciati nei corridoi senza la presenza degli anestesisti; i numeri fuorvianti rischiano di far perdere fiducia, mentre la gente non deve avere dubbi sulla qualità delle cure».


LA REPLICA
Sempre sulla correttezza dei dati ha puntualizzato Riccardi: «I numeri contestati erano del tutto ininfluenti per la classificazione della regione in una diversa scala di emergenza. Su questa vicenda le argomentazioni fornite dalla direzione non lasciano dubbi a interpretazioni strumentali o a sospetti oggettivamente del tutto fuori luogo». Secondo Furio Honsell (Open) «è stata una scelta inopportuna e certamente dannosa per il sistema sanitario contrapporre il sindacato degli anestesisti e rianimatori, protagonisti nella lotta al Covid nelle terapie intensive in questi ultimi 14 mesi, ai rispettivi primari». Dello stesso parere Mariagrazia Santoro (Pd): «Mi dispiace che la risposta alla lettera sia stata organizzata così». «Non credo che la lettera metta in cattiva luce la nostra sanità - ha osservato Andrea Ussai del M5s - ma che esprima una richiesta di aiuto».


ONCOLOGIA
L'eccellenza della sanità regionale ieri si è nuovamente manifestata con lo studio The impact of Covid-19 pandemic on oncology workload in an Italian reference cancer center condotto in Oncologia a Udine. Sarà presentato al prossimo congresso internazionale del Mascc, Multinational Association of Supportive Care in Cancer. Nonostante la situazione di emergenza, il risultato delle attività cliniche svolte nel 2020 dall'Oncologia è positivo, con un numero di prime visite ambulatoriali rimasto quasi invariato (1.330 contro le 1.405 dell'anno precedente, -5%) e un aumento del 2% delle visite per i trattamenti (12.376 contro 12.116).

Ultimo aggiornamento: 10:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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