Una panchina gialla per ricordare Giulio Regeni, bufera politica sul povero ricercatore

Venerdì 27 Gennaio 2023 di Loris Del Frate
Una panchina gialla in memoria di Giulio Regeni: il sindaco di Pordenone non la vuole mettere

PORDENONE - Una panchina gialla per i diritti civili in nome di Giulio Regeni. È la richiesta che il Bene Comune ha lanciato al sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani. Non solo. Il gruppo ha anche sottolineato la necessità di rimettere sul municipio lo striscione giallo che l’attuale amministrazione aveva levato alcuni anni fa spiegando che c’erano dei lavori da fare sulla facciata del Municipio.

Fatti i lavori, però, lo striscione non è mai ricomparso. Resta il fatto che la richiesta del Bene Comune che sarà formalizzata con una mozione presentata dai due consiglieri, Lucia Cibin e Matteo Antoniel è destinata a non avere esito positivo. Almeno così pare a fronte del pensiero del sindaco Alessandro Ciriani. Ma andiamo con ordine.


LA RICHIESTA
«La precedente Amministrazione comunale, presieduta da Alessandro Ciriani, ha fatto rimuovere lo striscione giallo che chiedeva “verità per Giulio Regeni” dalla facciata del Palazzo Municipale». A dirlo il documento del Bene Comune che va avanti. «Ricordando che lo striscione era stato apposto perché l’intera città intendeva aderire alla campagna nazionale promossa dalla famiglia Regeni e da Amnesty International con l’appoggio di per chiedere verità e giustizia sull’assassinio in Egitto, del giovane ricercatore friulano, Giulio Regeni, il Bene Comune chiede alla Giunta comunale di ripristinare lo striscione e di collocare al più presto una panchina gialla dedicata alla testimonianza dell’adesione della nostra Città alla campagna nazionale sulla ricerca di verità e giustizia per Giulio Regeni».


IL LUOGO
Il Bene Comune specifica anche dove potrebbe essere sistemata la panchina gialla. «Uno dei siti dove identificate la difesa dei diritti civili potrebbe essere nel chiostro della biblioteca civica, luogo simbolo dello studio e della costruzione di cittadinanza competente. Per questo chiediamo anche di coinvolgere la competente commissione Cultura nell’avviare e sorvegliare la rapidità della posa della suddetta panchina. Una richiesta chiara, dunque, alla quale, però, il primo cittadino ha alzato la paletta rossa.


LE ISTITUZIONI 
«L’impegno del Governo rimarcato dal ministro degli Esteri e da altri esponenti, tanto della maggioranza che dell’opposizione e anche la posizione assunta a livello territoriale da tantissime istituzioni penso che sia più che sufficiente». Inizia così il suo ragionamento il sindaco Alessandro Ciriani. Che poi va avanti. «Dipingere panchine o mettere striscioni sono atti che lasciano il tempo che trovano. La solidarietà si esprime in maniera differente. Quando c’è l’impegno del ministro della Difesa, di quello degli Esteri e delle Istituzioni a cercare la verità, credo che sia già più che sufficiente. Tutto il resto, a mio avviso, è un tentativo anche un po’ stucchevole, forse il termine più giusto è fastidioso, sgradevole, di strumentalizzare una questione che dura da tanti anni e che ha risvolti dolorosi senza avere bisogno di pubblicità».


ATTI CONCRETI
Ciriani non molla. «Ha bisogno, invece, di atti concreti. Questi, sono atti puramente simbolici che oramai si sprecano, perchè non c’è iniziativa a momento storico, delittuoso e tragico che non abbia una panchina o uno striscione. Direi basta a queste cose. Impegniamoci di più, invece, affinchè le Istituzioni facciano il loro dovere. Il nostro compito è di stimolarle, spingerle e sollecitarle a ottenere questo risultato nei confronti dell’Egitto e di Al Sisi. Per cui possiamo anche fare cento panchine gialle che sicuramente nè intimoriranno, nè faranno venire la pelle d’oca all’Egitto. Al contrario quello che serve sono atti ufficiali. Qui non è dire di “no” a un gesto, è dire di “no” a una strumentalizzazione di cui non si sente assolutamente il bisogno».

Ultimo aggiornamento: 07:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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