Referendum e vittoria del "sì", Pordenone perderà la metà dei parlmentari

Martedì 22 Settembre 2020 di Redazione
Anche in Fvg ha vinto il sì
PORDENONE - La vittoria del sì al referendum costituzionale dà ora il via libera al taglio dei parlamentari. Il territorio del Friuli occidentale - come del resto l’intera regione Friuli Venezia Giulia - rischia di essere pesantemente penalizzato sul fronte dei numero di deputati e senatori che eleggerà dalla prossima legislatura. Con la conferma referendaria della legge approvata dal Parlamento l’anno scorso il Fvg passerà dagli attuali venti parlamentari ai futuri dodici. I senatori saranno ridotti dagli attuali sette a quattro. Mentre i deputati da tredici passeranno a otto. Con questo nuovo assetto la Destra Tagliamento - anche se molto dipenderà dalle modifiche alla legge elettorale e dai giochi di partito a livello dei diversi territori regionali - vedrà ridotta la propria rappresentanza a Roma e potrebbe faticare a eleggere più di due rappresentati. Dei quattro senatori “regionali” uno potrebbe spettare al Friuli occidentale, ma le variabili delle norma elettorale e i “pesi” territoriali e delle forze politiche potrebbero lasciare il territorio pordenonese a bocca asciutta senza alcun rappresentante seduto a palazzo Madama.
UN TAGLIO NETTO
Insomma, dopo il risultato uscito ieri pomeriggio dalle urne referendarie il Friuli occidentale rischia di trovarsi con una “pattuglia” di parlamentari più che dimezzata. Nell’attuale legislatura, frutto del voto alle ultime elezioni politiche, Pordenone esprime ben cinque parlamentari. Una situazione che in passato non si era mai verificata: mai prima infatti il territorio della Destra Tagliamento aveva mandato a Roma un numero così elevato di parlamentari. Tre sono infatti i deputati (i due leghisti Vannia Gava e Massimiliano Panizzut e il pentastellato Luca Sut) e due (sui sette regionali) i sentori: Luca Ciriani (Fdi) e Franco Dal Mas (Forza Italia). Con la sforbiciata che scatterà i parlamentari potrebbero fermarsi a due. «Per il Senato - come spiega lo stesso senatore Dal Mas a cui la legge non è piaciuta fin dall’inizio - la penalizzazione riguarda l’intera regione: per il Fvg una norma costituzionale del 1963 aveva garantito per le regioni più piccole un minimo di sette rappresentanti. Ora ci si baserà solo sul numero degli abitanti e quindi la perdita in peso rappresentativo sarà grave».
I NUMERI DEL VOTO
Cominciamo dall’affluenza. Il Friuli occidentale ha portato alle urne il 53,20 per cento degli aventi diritto: il dato più elevato della regione dove la media è stata del 50,22. Con Udine e Gorizia a circa il 51 per cento e Trieste al 43. Un dato, quello della Destra Tagliamento che si avvicina a quello dell’affluenza nazionale di oltre il 54 per cento. Sempre sul fronte dell’affluenza è da registrare il dato del Comune di Pordenone dove ha votato il 47 per cento degli aventi diritto. Sei punti percentuali in meno rispetto alla media provinciale che ha superato il 53 per cento. Un dato inferiore che potrebbe trovare una spiegazione con l’operazione seggi in Fiera. Un’operazione che esce senz’altro promossa dai cittadini che hanno rimarcato la perfetta organizzazione della logistica nei padiglioni di viale Treviso. Ma che può forse aver contribuito a una diminuzione della presenza ai seggi degli anziani abituati a votare nel loro quartiere. Rispetto al risultato è sempre Pordenone a mostrare un dato significativo: i sì si sono fermati al 57%, rispetto alla media regionale del 60 e a quella nazionale del 70%. Percentuale di no molto alta anche a San Quirino (45%) e Travesio (44%). Il sì ha invece stravinto a Meduno (72%), Pinzano (71%) e Sequals (70%). In provincia il sì ha prevalso con oltre il 62% dei voti espressi. Piuttosto veloci le operazioni di spoglio: prima delle 18 tutto era finito.
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