Reddito di cittadinanza, il Comune "recluta" lavoratori e pesca tra chi lo percepisce

Mercoledì 2 Settembre 2020 di Alberto Comisso
Il Comune di Pordenone vuole
PORDENONE - Percettori del reddito di cittadinanza a servizio della collettività. Chi beneficia del sussidio economico potrà essere impiegato, da fine mese, in attività di volontariato, a sostegno delle associazioni, e lavori accessori per conto del Comune. Non potranno essere impiegati in sostituzioni di dipendenti – la normativa parla chiaro – ma potranno essere impiegati come supporto al personale in servizio. Nei Progetti utili alla collettività (Puc) si stima potranno essere coinvolte 650 persone. La maggior parte di queste risiede a Pordenone (comune capofila), le altre tra Cordenons, Porcia, Roveredo in Piano, San Quirino e Zoppola: i comuni che aderiscono all’Ambito territoriale del Noncello. Di questi, 200 sono i percettori del reddito di cittadinanza, 450 quelli che sono assistiti dai servizi sociali (che percepiscono, quindi, un contributo economico a compartecipazione di alcune spese) e chi è iscritto alle liste dei Centri per l’impiego.
GLI INCARICHI
Non è detto, però, che tutti accettino l’incarico. «Chi percepisce il reddito di cittadinanza - sostiene il vicesindaco Eligio Grizzo - perde il sussidio se rifiuta due offerte di lavoro. Alla prima chiamata, dunque, può tranquillamente rispondere: no, grazie. Mi auguro, tuttavia, che prevalga il buon senso e la voglia di restituire alla collettività quanto lo Stato riconosce, ogni mese, in termini economici». I lavoratori, sempre che accettino l’incarico, potranno essere impiegati dalle 8 alle 16 ore settimanali. «Ho incontrato una settantina di associazioni di volontariato – sostiene Grizzo – e ho chiesto espressamente ai referenti di stilare un progetto perché i percettori del reddito di cittadinanza e di altre misure economiche possano aderirvi. In questo periodo, purtroppo, notiamo sempre più una certa stanchezza in alcuni sodalizi che, molto spesso, sono sorretti da persone anziane. Il Covid-19, inoltre, ha contribuito in modo significativo a mettere in discussione molti aspetti del volontariato». Da qui l’auspicio del vicesindaco, che ha in mano la delega alle Politiche sociali, che possa esserci non soltanto un ricambio generazionale ma soprattutto una collaborazione da parte di chi riceve un sussidio economico. C’è poi il lavoro accessorio. Quello di supporto ai dipendenti comunali. «Chi verrà chiamato a operare per conto del Comune – sottolinea Grizzo – non potrà svolgere prestazioni autonome. Dovrà invece affiancare chi il lavoro lo svolge già. Nel caso specifico di Pordenone, i percettori del reddito di cittadinanza potrebbero essere invitati a svuotare i cestini delle immondizie piuttosto che raccogliere l’erba appena tagliata. Tutti, ovviamente, saranno assicurati contro gli infortuni e dotati dei dispositivi di protezione individuale».
I CRITERI
Quali saranno i criteri di chiamata? «Siamo in fase di selezione del personale – anticipa Grizzo – e contiamo, per la fine del mese, di chiudere il cerchio. Le persone potrebbero essere contattate, e quindi indirizzate verso un’associazione piuttosto che un ente, in base alle loro attitudini. Di fatto è possibile che si vada a spulciare il curriculum alla ricerca delle ultime mansioni svolte. Mi auguro – l’auspicio del vicesindaco – che quante più persone possano accettare l’incarico. Sarebbe una sconfitta per il sistema qualora dovessero emergere più rifiuti che adesioni. E’ giusto che chi, avendone diritto, percepisce un sussidio economico, in qualche modo restituisca il favore alla comunità. Svolgendo lavori di pubblica utilità. Anche se – Grizzo lo dice con un pizzico di polemica – pare che questa regola valga, per ora, soltanto al Nord. Mi sono impegnato per andare a cercare esempi come il nostro anche al Sud e, con grande rammarico, non ho trovato alcun riscontro».
Ultimo aggiornamento: 08:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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