Dodicenne vittima di atti sessuali, processo a rischio. Il legale: «Riforma Cartabia, niente giustizia se l'imputato si dà alla macchia»

Martedì 10 Gennaio 2023 di C.A.
Un'aula del Tribunale di Pordenone

PORDENONE - Riprendono i processi dopo la pausa natalizia e la riforma Cartabia comincia a dettare le sue regole. E sono regole difficili da comprendere per le parti offese, specialmente quando il reato contestato è grave. È il caso di un genitore che ha denunciato un 29enne per aver compiuto atti sessuali con una ragazzina di dodici anni. Ieri l’udienza preliminare è saltata perché all’imputato non è stato possibile notificare l’avviso di fissazione del procedimento davanti al gup.

Aveva eletto domicilio in un paese della provincia di Pordenone, ma due anni fa si è trasferito e nessuno sa dove abiti. Il gup Rodolfo Piccin ieri, 9 gennaio 2023, ha fatto slittare il processo al 19 giugno. Se il tentativo di rintracciare l’uomo, un immigrato di origini ghanesi, dovesse fallire, con ogni probabilità verrà emessa una sentenza di non doversi procedere per improcedibilità. È una sentenza revocabile se il 29enne dovesse essere rintracciato. In caso contrario la prescrizione farà il suo corso e, quando scatterà, verranno revocate le ricerche dell’uomo.

LA REAZIONE

A tutelare la parte civile è l’avvocato Alessandro Magaraci, che ieri non sapeva quali parole trovare per spiegare al papà della ragazzina che tutto si è arenato. «In questa riforma - osserva - vi è uno sbilanciamento a favore dell’imputato, con il risultato che una parte offesa rischia di non avere giustizia se uno si dà alla macchia. Aveva ragione il papà della vittima, avrebbero dovuto applicare una misura cautelare. La riforma ha delle lacune, ne è un esempio quello che può accadere se il gup dichiarerà l’improcedibilità».

LA PRESCRIZIONE

La gravità del reato - atti sessuali con una minorenne - prevede tempi lunghi per la prescrizione. I fatti risalgono a gennaio 2020. La prescrizione ordinaria scatta il 31 gennaio 2044, quella estesa il 20 agosto 2046. La giustizia ha 23 anni di tempo per rintracciare l’imputato ed eventualmente processarlo. Con il vecchio sistema, ieri il processo sarebbe stato sospeso finché il 29enne non fosse stato rintracciato. Tutto sarebbe rimasto congelato, anche la prescrizione. Con la riforma Cartabia, invece, la prescrizione continua a “correre” e se l’uomo riuscirà a evitare notifiche per i prossimi vent’anni, non verrà giudicato.

LE RICERCHE

Il 29enne è a conoscenza del procedimento penale che lo riguarda, anche perché le indagini preliminari sono arricchite da un incidente probatorio necessario per raccogliere la testimonianza della giovanissima vittima. Aveva eletto domicilio e, in quella fase, aveva un avvocato di fiducia. Nel corso del tempo è stato necessario assegnargli un legale d’ufficio e la giurisprudenza in questi casi è granitica: gli atti introduttivi del processo (comprese le citazioni a giudizio) vanno notificati all’imputato. Il suo nome adesso verrà inserito nella banca dati delle forze dell’ordine. Se incapperà in un controllo di polizia, risulterà che deve essergli notificato un atto giudiziario. A quel punto il gup potrà valutare le accuse mosse dal sostituto procuratore Andrea Del Missier e decidere (a meno che il legale d’ufficio, Antonino Di Pietro, nel frattempo non abbia ottenuto deleghe per istanze di riti alternativi) l'eventuale rinvio a giudizio. All’uomo, legato da un legame affettivo con una minorenne che ha 15 anni meno di lui, si contesta di aver portato la dodicenne in cantina per avere rapporti sessuali. Sarebbe successo in tre occasioni.

Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 10:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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