I 17enni che accesero Radio Panda, sogni ed ingegno di una generazione

Domenica 20 Novembre 2022 di Denis De Mauro
I 17ennei di Radio Panda
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CORDENONS - Esattamente 45 anni fa di questi tempi, un gruppo di giovani, molti poco più che ragazzini, si ritrovavano al bar da Bosello (oggi si chiama Alle 3 botti) con l'idea di mettere in piedi quella che sarebbe diventata a tutti gli effetti la radio di Cordenons. L'inizio ricorderà un po' quello del film Radiofreccia, ma in effetti era così che al tempo, siamo nel 77, nascevano le più spontanee emittenti private, chiamate così per distinguerle dal monopolio pubblico. Il progetto di 9 ragazzi, 8 cordenonesi ed uno di Torre, tutti 17enni tranne tre maggiorenni ma di non più di 20 anni, si concretizzerà ufficialmente, cioè con tanto di carte bollate, solo ai primi mesi del 1978 e per tutti quelli che non arrivavano ai 18 anni fu necessaria la firma di mamma e papà. La loro esperienza, assolutamente di successo sul piano del pubblico, si chiamò Radio Panda.

Un animale che andava di moda, in quegli anni, simbolo del Wwf e dell'ambientalismo prima maniera. Piacque anche ai ragazzi cordenonesi che per avviare l'impresa si autotassarono pesantemente. Uno stipendio a testa (tra le 700 e le 800 mila lire) e tante ore di manodopera consentirono a questi 17enni di alzare la prima antenna nel grande garage della casa del custode del campo di calcio del Cal. Curiosamente, la radio dei cordenonesi nacque dunque a Torre, in via Galileo Ferraris 63.

I PROTAGONISTI
Racconta Martino Bottos, uno dei 3 soci che ressero la radio fino a metà degli anni 80: «L'autotassazione non era sufficiente, perciò tutto quello che si poteva ce lo costruivamo: il primo mixer lo assemblammo Luigino Battisacco ed io, e funzionò». Il gruppo di ragazzi che andava continuamente allargandosi era quanto di più eterogeneo si possa immaginare, cosa che consentiva di attingere a molte abilità, dato che quasi tutti lavoravano già. Dall'elettricista al meccanico, dall'idraulico all'elettrotecnico, non c'era problema che non trovasse soluzione. Per intenderci, quei ragazzi si costruirono da soli il traliccio per l'antenna in montagna, la postazione che conteneva i trasmettitori, anche sbancando il terreno dove posizionare il tutto. Perfino i tavoli erano autocostruiti. Dove non arrivavano i pochi fondi e il mestiere, sopperiva l'ingegno. Il rack preposto ad ospitare il trasmettitore, ad esempio, fu ricavato dallo scheletro modificato di un vecchio frigorifero in disuso. «In un secondo tempo entrarono a far parte del gruppo amici che oggi purtroppo non ci sono più, come Luciana Gardonio e Renato Mucignat» ricorda un altro dei tre soci più longevi: Donato Piccinin.

IL BARBIERE
Il terzo fu proprio Mucignat, molto noto a Cordenons per il suo salone di barbiere, in centro. Quel che è certo è che quell'esperienza fu un gigantesco laboratorio sia artistico che di democrazia, perchè bisognava anche imparare a gestirsi, e poi crogiolo in cui si fusero amicizie che resistono ancor oggi che quei ragazzi passano i 60 anni. Nei locali ricavati in quel garage si tenne perfino una mostra d'arte, mentre la radio proponeva un concorso di poesia e poco dopo il liscio, o il pop che piaceva ai più giovani. Ancora Martino: «Ad un certo punto i ragazzi che venivano a trasmettere erano più o meno una trentina, alcuni conducevano programmi di non più di mezz'ora, o una volta ogni 15 giorni». L'importante era esserci. Oltre ai già citati, gli altri 5 soci originari furono: Maurizio Martignago, Mauro Ghirardo, Adriano Diana, Adelino Geronazzo, Claudio Brunetta e il compianto Roberto Manias, deceduto in un incidente stradale a soli vent'anni. La spontaneità di quei giovani ebbe grande presa sul pubblico. «Avemmo l'idea di fare una festa alla radio con gli amici. Arrivarono, nel corso della giornata, centinaia di persone» ricorda ancora Martino mostrando foto a testimonianza.

L'INTERRUTTORE ABBASSATO
In una si vede una distesa di biciclette che si reggono una contro l'altra nel vasto piazzale davanti al campo di calcio del Cal: sono centinaia. Quella fantastica storia cordenonese durò più o meno un decennio, perdendo per strada uno alla volta i suoi protagonisti «Poi arrivò anche per noi tre il momento di decidere cosa fare nella vita» ricorda Donato che proseguì con l'attività di idraulico, tra l'altro in società proprio con uno degli altri ragazzi dell'avventura radiofonica. Martino è invece ancora oggi antennista: arrampicarsi è del resto una propensione che raffinò proprio sul traliccio di Radio Panda.

 

Ultimo aggiornamento: 10:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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