FIUME VENETO - È immensa la catena di solidarietà che sta circondando la famiglia di Marco Celant, vittima a 38 anni di un infortunio sul lavoro alla Anoxidall di San Vito. «Marco è sempre stato il primo della fila a darsi da fare per gli altri. Adesso tocca a noi». È con queste parole che l'amico Mauro Zoccoletto ha avviato la raccolta fondi intitolata Il mio pensiero e divulgata anche su Facebook, in un post che come sfondo ha il monte Sernio che domina Paularo, la montagna di Marco. L'intero ricavato andrà alla moglie Giada Fabiani e ai due figli di 4 e 2 anni.
LE INDAGINI
Il sostituto procuratore Andrea Del Missier ieri ha ultimato gli atti urgenti, dopodichè il fascicolo, in cui si ipotizza il reato di omicidio colposo, passerà al pool specializzato nella sicurezza sul lavoro, precisamente al pm Federico Facchin. Sul registro degli indagati è stato iscritto il presidente del Cda di Anoxidall, così da garantirgli la possibilità di partecipare con consulenti e legali a tutte le fasi preliminari dell'indagine. Ieri non è stato necessario procedere con l'autopsia. La salma è stata esaminata dal medico legale Lucio Bomben, che ha ricondotto il decesso al grave trauma cranico riportato nell'incidente.
LE PERIZIE
Un'ulteriore perizia dovrà chiarire se si tratta di lesioni da impatto o schiacciamento, circostanza che potrebbe aiutare la Procura nella ricostruzione della dinamica dell'infortunio, ancora incerta, in quanto nell'area non ci sono telecamere e non c'erano testimoni. Celant conduceva un carrello elevatore dotato di rete metallica a protezione del guidatore. Procedeva con le forche alzate lungo una corsia tra i bancali, al termine della quale, probabilmente nel corso di una manovra di svolta o comunque di riposizionamento del mezzo, si è rovesciato. Anche il muletto sarà sottoposto a perizia. Ulteriori accertamenti riguarderanno l'eventuale obbligo di indossare cinture di sicurezza o casco.