Scadenza di Quota 100, la sanità trema: medici, infermieri e operatori a rischio fuga

Lunedì 13 Settembre 2021 di Davide Lisetto
Sanitari in reparto

L’avvicinarsi della scadenza di Quota 100 potrebbe, entro la fine di quest’anno, spingere alla fuga diversi lavoratori, in particolare nel settore pubblico.

La possibilità della fuoriuscita anticipata rispetto alle regole del sistema pensionistico fa scattare l’allarme organici nella sanità. «Una situazione già di difficoltà - come spiega Pierluigi Benvenuto, Cgil Sanità di Pordenone - nella copertura degli organici potrebbe ulteriormente aggravarsi con le possibili uscite di persone che maturano i requisiti per usufruire di Quota 100. Numeri dettagliati ancora non ne abbiamo, ma tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari potrebbero essere diversi a lasciare. Già nel corso di quest’anno e del 2020 ci sono state uscite».


ORGANICI ALL’OSSO


La situazione degli organici negli ospedali e nei distretti sanitari territoriali oggi è però appesantita anche dalle sospensioni dei non pochi operatori no-vax. Proprio per questo il sindacato insiste sulla necessità di assunzioni. «L’emergenza che stiamo attraversando dalla primavera del 2020 - aggiunge Benvenuto - deve pure insegnarci qualcosa anche sul fronte del personale. La carenza è sempre più evidente. E non si capisce perché la direzione dell’Asfo non proceda con le assunzioni. Mentre l’Azienda di Udine ha recentemente chiamato dalla graduatoria tutti i 195 infermieri iscritti per assumerli, l’Asfo dalla propria graduatoria di 120 ne ha chiamati soltanto ventidue. È poi necessario - conclude il sindacalista - attivare quanto prima la graduatoria regionale degli Oss, le procedure del concorso si sono chiuse nel maggio scorso ma ancora ggli elenchi non sono accessibili».


LA NORMATIVA


È in questo quadro che le eventuali “fughe” con Quota 100 preoccupano. La pensione Quota 100 è un trattamento che consente di uscire dal lavoro con un minimo di 62 anni di età e 38 anni di contributi, qualora questi requisiti siano raggiunti entro il 31 dicembre 2021. Le condizioni previste per l’accesso alla pensione sono piuttosto vantaggiose, considerando che la pensione di vecchiaia si può percepire a 67 anni di età, con 20 anni di contributi, mentre per la pensione anticipata ci vogliono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Ma la pensione Quota 100, rispetto alle pensioni di vecchiaia e anticipata ordinarie, presenta il notevole svantaggio di non essere cumulabile con i redditi di lavoro: in pratica, se il pensionato con quota 100 lavora prima del compimento dell’età per il trattamento di vecchiaia, la pensione quota 100 viene sospesa. Il recente decreto di potenziamento del Servizio sanitario nazionale, tuttavia, per fronteggiare al meglio l’emergenza Covid ha previsto, transitoriamente, la possibilità di cumulare i redditi di lavoro con la pensione per medici, infermieri, sanitari, veterinari e personale di ruolo della sanità in genere. In sostanza, per la pensione Quota 100, medici e personale sanitario non devono subire la sospensione del trattamento, qualora rientrino in servizio a causa dell’attuale emergenza epidemiologica. Un motivo che potrebbe spingere più di qualcuno a scegliere di lasciare il lavoro entro il prossimo 31 dicembre.

Ultimo aggiornamento: 08:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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