Tre manager copiano il progetto del macchinario lavatappi: condannati

Sabato 6 Giugno 2020 di Cristina Antonutti
Tre manager copiano il progetto del macchinario lavatappi: condannati (Foto di Daniel Bone da Pixabay)
PORDENONE Il macchinario lavatappi della Last Technlogy era stato copiato: così ha stabilito il Tribunale di Pordenone. Al termine di un'istruttoria molto combattuta, tre ex manager della Icos Pharma di Cusano, società del gruppo trevigiano Steelco, sono stati condannati per accesso abusivo a un sistema informatico e, alla luce della riqualificazione del capo d'accusa sul segreto commerciale, per una doppia imputazione di rivelazione di segreti scientifici o industriali.

Il giudice Piera Binotto ha inflitto 1 anno e 3 mesi ciascuno a Massimo Castellarin di Pordenone e Luca Corazza di Roveredo in Piano; 10 mesi a Marco Bars di Casale sul Sile. Tutti e tre difesi dall'avvocato Alberto Fenos, hanno avuto la pena sospesa. Alla Last Tecnology, società di Prata costituita da tre imprenditori nel 2013, dopo l'uscita da Icos Pharma, chiamata in causa per l'illecito amministrativo, la vicenda comporterà una sanzione pari a 150 quote societarie da 300 euro (avvocato Matteo Caminiti). Alla parte civile, costituita con l'avvocato Maurizio Miculan, è stata riconosciuta una provvisionale di 75mila euro. Il risarcimento sarà definito in sede civile.

LA VICENDA
A condurre le indagini era stata la Dda di Trieste, che riuscì a ottenere anche il sequestro della Last Tecnology. Era il 2015 e il caso non aveva precedenti nell'ambito di un procedimento per presunta concorrenza sleale. Fu poi il Tribunale del Riesame, un mese dopo, a togliere i sigilli. Una perizia informatica su server e computer degli ex manager aveva poi convinto la Dda a chiudere le indagini con una citazione diretta a giudizio. Al centro del processo c'erano i file di progettazione meccanica relativi a un macchinario lavatappi prodotto da Icos Pharma e riproposto da Last Technology nel 2014. A innescare la battaglia era stato l'industriale veneto Ottorino Casonato, che aveva acquisito la Icos. Attraverso i clienti, si era accorto che la società di Prata proponeva prodotti simili e aveva puntato il dito contro l'ex direttore commerciale (Castellarin), l'ex direttore della progettazione e produzione (Corazza) e l'ex direttore amministrativo (Bars), che dopo essere stati sostituiti dalla nuova gestione avevano fondato la Last Technology.

IL PROCESSO
Secondo l'accusa, prima di lasciare l'azienda i manager avrebbero copiato centinaia di file di progettazione. Loro hanno sempre respinto le accuse. «Erano file insignificanti o inutilizzabili - spiega Fenos - È una sentenza ingiusta, che appelleremo. Anche perchè nel procedimento civile, in corso a Trieste, il consulente tecnico d'ufficio, di cui abbiamo prodotto la perizia, ha escluso che il brevetto sia tutelabile». «Quel processo - replica Miculan - non è concluso e il consulente è stato chiamato a fornire chiarimenti. Senza tralasciare che la consulenza era inutilizzabile, visto che le prove di un giudizio civile sono spendibili solo quando la sentenza è irrevocabile». Per Miculan «giustizia è fatta». «Nei file - osserva - c'era il cuore di Icos Pharma: il progetto della lavatappi, ma anche contratti, distinte di costi e business plan con cui fare concorrenza».
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