Profughi ucraini, raddoppiano le presenze in Friuli Venezia Giulia

Lunedì 28 Marzo 2022
Profughi ucraini, raddoppiano le presenze in Friuli Venezia Giulia

PORDENONE - Il passaggio dei profughi ucraini sul territorio regionale non si ferma. Gli ingressi quotidiani dal confine - il Friuli Venezia Giulia è la regione più esposta rispetto agli arrivi - continuano.

E salgono anche i numeri degli sfollati che fuggono dal Paese in fiamme per le bombe che ancora cadono che si fermano nel territorio. Nel Friuli occidentale il numero dei rifugiati (nella stragrande maggioranza sono donne con bambini o ragazzi più grandi) al termine della settimana appena finita era arrivato a superare le mille persone. E se si considera che - nell'ultimo anno, secondo i dati a disposizione - i cittadini di origine ucraina presenti nella Destra Tagliamento erano circa 1.400 significa che la comunità è quasi raddoppiata. La maggior parte delle persone arrivate dall'inferno ucraino è attualmente ospite di famiglie di parenti o amici che vivono sul territorio. Meno di trecento sono infatti le persone che hanno trovato alloggi e sistemazione nella rete pubblica delle case organizzata dai Comuni e coordinata dalla Prefettura. Una parte è sistemata nel sistema del Cas, Centro assistenza straordinaria (gli alloggi che la Prefettura ha predisposto attraverso i bandi per la gestione da parte di coop del terzo settore per fare fronte all'immigrazione, in particolare negli ultimi anni legata alla rotta balcanica) un'altra parte risiede invece negli alloggi che diversi Comuni hanno messo a disposizione e allestito proprio per l'accoglienza.


PRIMO MESE

La rete dell'accoglienza è stata avviata nei giorni immediatamente successivi all'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca in quel 24 febbraio scorso che passerà alla storia. A oltre mille rifugiati si è dunque arrivati in circa un mese. È inevitabile che il numero continuerà a crescere nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Molti degli arrivi nell'ultima settimana sono stati di profughi che provengono dai Paesi di confine con l'Ucraina (in particolare Polonia e Slovacchia) dove sono stati allestiti grandi centri di prima accoglienza. Dopo una prima tappa, che può durare anche qualche giorno, i pullman partono per l'Italia e per altri Paesi europei. Finora sul territorio la maggior parte dei profughi è ospitata nelle case delle famiglie dei parenti o amici. Una rete che però non potrà farsi carico a lungo se i numeri continueranno a crescere. Intanto i Comuni si sono organizzati attraverso gli Ambiti socio-sanitari per coordinare l'accoglienza e le convenzioni che la regolano e che devono essere firmate con la Prefettura. Per ora solo il Comune di Cordovado (che accoglie una decina di rifugiati) ha sottoscritto la convezione con la Prefettura in maniera autonoma. «Partecipiamo alle riunioni di Ambito - ha precisato la sindaca Lucia Brunettin - e ci coordiniamo anche se abbiamo già avviato la convenzione in quanto dovevamo dare alcuni servizi in maniera urgente». Nei prossimi giorni sono previsti i summit con la prefettura per le convenzioni da parte di Comuni e Ambiti socio-sanitari. Intanto sono una cinquantina i bambini e ragazzi che sono entrati nelle scuole. E Confindustria sta lavorando a un protocollo per favorire le assunzioni delle donne che intendono lavorare.


GLI SPAZI

Intanto la Regione cerca posti letto in albergo per dare ospitalità provvisoria ai profughi. Nei giorni scorsi è stato emanato l'avviso pubblico per verificare la disponibilità di strutture ricettive. Ogni struttura deve offrire almeno due stanze singole e due doppie e garantire i pasti e la ricezione H24. Va anche organizzato il trasferimento al centro sanitario di riferimento della Fiera di Udine. Agli alberghi viene chiesto di proporre un prezzo per questi servizi. Sarà poi stilata una graduatoria partendo da quelli più economici. Le offerte vanno presentate entro il 31 marzo.


«È difficile dire quanti hotel siano disposti a partecipare al bando, perché siamo molto a ridosso della bella stagione e la Regione chiede un impegno indicativo di 60 giorni più altri eventuali 60 giorni», ha fatto sapere nelle ultime ore Federalberghi Fvg. Regione e Prefetture, per ora, hanno invece escluso la necessità di tendopoli.

Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 10:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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