Pride, il patrocinio è questione di “sinistra”. Intanto il centrodestra va all'attacco sul bollino di Udine

Ciriani: "Manifesto divisivo, inconcepibile concederlo basandosi su un testo diverso"

Venerdì 26 Maggio 2023 di Camilla De Mori
Pride, il patrocinio è questione di “sinistra”. Intanto il centrodestra va all'attacco sul bollino di Udine

UDINE - L'idea che la giunta udinese guidata da Alberto Felice De Toni possa dare il patrocinio al Gay Pride del 10 giugno a Pordenone ha scatenato reazioni a valanga nel centrodestra, dalla città del Tiepolo alla Destra Tagliamento.

La scelta è ancora sub iudice, perché la decisione sarà formalmente assunta alla riunione della giunta di martedì prossimo a Palazzo D'Aronco, ma, a quanto pare, già sarebbe a buon punto un documento, da allegare al provvedimento, per - diciamo così - smussare gli angoli rispetto alla piattaforma dei promotor e rendere più digeribile il passo anche agli elementi più moderati dell'esecutivo.


A PORDENONE
Non l'ha presa come uno sgarbo istituzionale Alessandro Ciriani, sindaco di Pordenone, che, quel patrocinio, lo aveva negato, come lo hanno negato i due atenei della regione. L'ipotesi che Udine possa scegliere di dare il "bollino" al Pride, per lui «è una scelta assolutamente legittima così come lo è quella della mia amministrazione di non concederlo. Credo si debba analizzare la piattaforma programmatica allegata alla richiesta di patrocinio: un manifesto politico con implicazioni profondamente divisive. Ora, quel documento rappresenta le istanze degli organizzatori ma dubito fortemente rappresenti il pensiero dell'intera comunità gay ma, soprattutto, rappresenta istanze prettamente politiche e, in quanto tale, incompatibili con il patrocinio. Non si spiegherebbe altrimenti il diniego anche dei due atenei regionali. Io ho il dovere di assicurare il diritto di tutti ad esprimere le proprie opinioni, non di avallarle se in contrasto con il pensiero di ampie frange della comunità che ho l'onore di amministrare». Ciò che lo lascia perplesso, piuttosto, è l'idea che ci possa eventualmente essere un documento interno a Palazzo d'Aronco, per accompagnare la decisione. «Il patrocinio si concede a un documento di chi organizza un evento, non a un proprio documento. Se gli organizzatori hanno depositato una piattaforma, un manifesto politico peraltro molto ampio, o glielo si concede o non glielo si concede. Non si può concedere su una piattaforma diversa da quella depositata dagli organizzatori. Sarebbe inconcepibile». Ma si vedrà come andrà a finire.


A UDINE
Dura la stoccata dell'ex sindaco di Udine Pietro Fontanini, che, di fronte all'ipotesi che effettivamente la giunta De Toni vari il patrocinio, parla di «una notizia attesa, la sinistra ha sempre "benedetto" queste carnevalate. La manifestazione di quest'anno oltre ai soliti slogan attacca in maniera dura il governo. De Toni è ricordato anche come l'unico rettore che ha concesso il patrocinio della nostra università al Gay Pride». E intanto, rileva l'ex primo cittadino, «gli spacciatori spadroneggiano al Moretti».
Fratelli d'Italia sceglie la voce del consigliere comunale Luca Vidoni per attaccare il sindaco: «De Toni dovrà scegliere da che parte stare, ossia se dalla parte della "sua" Università, che ha negato il patrocinio ritenendo il manifesto di Arcigay politicizzato, o dei partiti di sinistra che lo sostengono in Comune. I no dell'Università di Udine e di Trieste così come quelli del Comune di Pordenone e Gorizia sono assolutamente condivisibili. Si confida che nessuno osi accusare di omofobia tutti questi enti, impegnati da sempre nel promuovere la cultura della legalità, del rispetto e della lotta a ogni discriminazione». Non è rimasta sorpresa l'ex assessore Giulia Manzan, capogruppo della civica di Fontanini in consiglio: «Nulla di nuovo sotto il sole, l'ex sindaco Furio Honsell ne ha addirittura organizzato uno, di Gay Pride, in città. L'attuale giunta, rappresentata una costola di quella giunta di sinistra, come minimo lo deve patrocinare». Per Francesca Laudicina, del Carroccio, l'amministrazione non dovrebbe dare il suo "bollino" alla parata della comunità queer: «Sono assolutamente contro l'omofobia e condivido l'importanza di iniziative dedicate a promuovere coesione, sensibilizzazione e rispetto delle identitàe dei diritti - premette -. Sono cosciente delle discriminazioni nelle comunità, nelle scuole e nei luoghi di lavoro e credo che ognuno di noi e soprattutto un'istituzione come il Comune abbia il dovere di contrastarle con fermezza». Detto questo, però, aggiunge Laudicina, «per quanto riguarda il Gay Pride penso però che sia una manifestazione che risponde più a logiche esibizionistiche che ad altro. Nn credo che la libertà di espressione si sostanzi nell'esibizione della propria preferenza sessuale, pertanto ritengo che il Comune dovrebbe negare il patrocinio. Per il resto... buon divertimento!».

Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 10:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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