Prestiti bancari: in Fvg crollano le erogazioni alle piccole imprese e cresce il rischio usura

Domenica 5 Marzo 2023 di M.A.
Prestiti bancari: in Fvg crollano le erogazioni alle piccole imprese e cresce il rischio usura

È una delle più comuni forme di investimento, soprattutto per chi non gode di una liquidità corrente importante.

Condizione più che mai comune nel panorama economico del Friuli Venezia Giulia, costituito da alcune grandi aziende ma allo stesso tempo da un tessuto fatto di piccole e micro imprese. Sono proprio loro, oggi, le protagoniste di una crisi del credito che si aggrava su tutto il territorio, con Pordenone che sta peggio di Udine. Lo rileva la Cgia di Mestre tramite il suo ufficio studi: le banche concedono sempre meno prestiti. 


IL PUNTO
Continuano a diminuire i prestiti bancari anche alle piccole e micro imprese del Friuli Venezia Giulia. Tra il 2021 e il 2022 gli impieghi vivi alle aziende con meno di venti addetti sono scesi di 177,8 milioni di euro (meno 6,5 per cento). La relazione dell’ufficio studi mestrino inizia così, con un dato secco. Cresce quindi la difficoltà per i tanti piccoli imprenditori di accedere a un credito bancario. Lo stock complessivo dei prestiti erogati a questo segmento di aziende è passato da 2,72 a 2,54 miliardi di euro. Stiamo parlando della liquidità somministrata dagli istituti di credito alle imprese di piccolissima dimensione. Una platea di micro imprenditori costituita in massima parte da esercenti, piccoli commercianti, artigiani e lavoratori autonomi.


I DETTAGLI
«È un problema non di poco conto - spiegano gli studiosi della Cgia di Mestre -. Queste micro realtà, tradizionalmente sottocapitalizzate e a corto di liquidità, da tempo non sono più appetibili commercialmente dal sistema bancario. Pertanto, la stretta creditizia venutasi a creare – associata all’esplosione del commercio on line, alla storica concorrenza praticata dalla grande distribuzione, al peso delle tasse e dei costi fissi - ha contribuito a diminuire in misura significativamente preoccupante il numero delle botteghe e dei negozi di prossimità presenti anche in Friuli Venezia Giulia. Una scia di chiusure iniziata molto tempo fa che, purtroppo, si sta ritorcendo contro le famiglie, che vedono peggiorare la qualità della vita dei luoghi in cui vivono, ma anche contro gli istituti stessi, che hanno perso correntisti e non trascurabili quote di mercato». Sempre tra il 2021 e il 2022, le regioni che hanno subito le contrazioni più importanti sono state il Veneto con il -6,24 per cento (pari a -821,2 milioni di euro), l’Umbria con il -6,49 per cento (-137,1 milioni), il Friuli Venezia Giulia con il -6,54 per cento (-177,8 milioni) e, in particolar modo, la Liguria con il -7,12 per cento (-214,4 milioni di euro). I dati sono i seguenti: se a settembre 2012 gli impieghi vivi alle imprese con meno di 20 addetti ammontavano a 3,9 miliardi, allo stesso mese del 2022 la quota è scesa a 2,6 miliardi. In termini assoluti la caduta in Fvg è stata pari a 1,3 miliardi. In termini percentuali, invece, del 33,3 per cento; quasi 8 punti in più della media nazionale. A livello provinciale la situazione di maggiore criticità si è registrata a Gorizia. Altrettanto in difficoltà si trova Pordenone con -33,4 per cento (-348 milioni di euro), Trieste e Udine entrambe con una diminuzione del 31,6 per cento che ha comportato, in valori assoluti, una caduta dei prestiti erogati rispettivamente di 138 e 627 milioni di euro. E cresce il rischio usura. 

Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 09:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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