Povia: «Canzoni ribelli le mie? Sono gli altri che dormono, accendo dibattiti»

Mercoledì 18 Luglio 2018 di Clelia Delponte
Il cantautore Giuseppe Povia
PORDENONE - Dopo essere stato ricusato dal Comune di Manzano, Giuseppe Povia ha trovato un palco dove esibirsi a Pordenone, per iniziativa della Propordenone venerdì 20 luglio alle 21.30 nell'arena verde del Castello di Pordenone, con ingresso gratuito. E da Manzano nel frattempo è arrivato anche un altro invito, da parte del comitato feste per la festa della birra il 5 ottobre. Di certo Giuseppe Povia non è un artista che lascia indifferenti: o lo si ama o lo si odia. Tra le sue canzoni più note I bambini fanno ohh, Luca era gay, Vorrei avere il becco (con la quale vince Sanremo nel 2006). Col suo primo Album Evviva i pazziche hanno capito cos'è l'amore raggiunge il disco d'oro con le oltre 60 mila copie vendute. Negli ultimi anni ha indirizzato il suo talento innato nel trovare melodie orecchiabili e le rime giuste verso tematiche sempre più difficili e a volte anche spinose, suscitando sentimenti contrastanti. Questi sono alcuni titoli del suo ultimo album Nuovo Contro Ordine Mondiale (2016): Il debito pubblico, La soglia del 3, Job Acts, Chi comanda il mondo.

«Sono sempre stato un cantautore sociale - afferma - in questo disco mi sono appassionato a finanza ed economia. Per scrivere le mie canzoni prendo ispirazione da quello che succede nel mondo e che non mi piace, ma anche da come vorrei che fosse il mondo».

Un esempio di quello che non le piace?
«In un sistema economico in cui la finanza mondiale, le banche, i privati, le multinazionali hanno più potere degli Stati e delle loro costituzioni, non ci può essere democrazia. Finché l'Italia obbedisce ai vincoli dell'Unione Europea, crescerà solo in modo artificiale, abbattendo i salari, servendosi di immigrati a basso prezzo e costringendo gli imprenditori a spostare le sedi all'estero».

Perché il suo ultimo disco è auto prodotto?

«Non l'ho dato alle case discografiche, perché non capiscono che ci può essere un mercato anche per la musica sociale se i temi sono di interesse pubblico».

Quali sono stati i punti di svolta nel suo percorso?
«La vittoria del premio Musicultura nel 2003. Scrissi una canzone Mia sorella che toccava il tema dell'anoressia e della bulimia: fu elogiata da alcune delle più grandi poetesse contemporanee come Alda Merini, Fernanda Pivano, Dacia Maraini».

C'è qualcosa di cui è pentito, che non rifarebbe?
«Se tornassi indietro cambierei il 99% delle cose, ma in un'intervista futura, alla stessa domanda, risponderei la stessa cosa. Sono invece orgoglioso di essere riuscito a raggiungere degli obiettivi nonostante avessi molti contro».

I suoi testi affrontano temi scottanti e a volte controversi. Espongono una tesi o propongono una riflessione aperta su questioni che non possono avere una risposta?
«I miei testi espongono temi che accendono dibattiti. Mi piace pensarli così».

A cosa si ispira quando scrive?
«A tutto ciò che mi colpisce e mi appassiona e tutto ciò che può aiutare a capire cose che non vengono cantate in modo semplice attraverso la musica».

Spesso le sue canzoni suscitano aspre polemiche. E' voluto o sono effetti collaterali?
«Sono gli altri che dormono. Il dibattito accende le menti e le porta a parlare di cose che altrimenti verrebbero taciute».

In una sua canzone polemizza con i rapper. Come mai?
«Alcuni mi insultano e io in risposta li prendo in giro».

Chi comanda il mondo?
«Le borse, i mercati, la finanza, le banche di investimento mondiale, gli istituti finanziari, le fondazioni, le famiglie ricche, le multinazionali, gli speculatori e qualche personaggio che oggi sta investendo sull'intelligenza artificiale: sarà un mezzo potentissimo che cambierà il mondo».

Progetti futuri?
«A ottobre mi fermo». 
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