Nuovo centro profughi in provincia
Si deve scegliere fra tre caserme

Domenica 8 Luglio 2018 di Davide Lisetto
La caserma De Michel di Vivaro
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PORDENONE «Non mi tirerò certo indietro. Se in regione ci sarà la necessità di individuare quattro nuovi Centri per i migranti in attesa di rimpatrio siamo pronti a fare la nostra parte. Anche se va tenuto presente che si tratta di una situazione che investe l’intero territorio del Friuli occidentale, da Tramonti a Pravisdomini. Ed è pure da considerare che siti militari dismessi ve ne sono diversi sul territorio provinciale». Ma per il nuovo centro ci sono in lizza anche tre caserme.  Quella del sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani è dunque una prima apertura alla Regione che ha annunciato la ricerca di almeno quattro siti da trasformare nei Centri di permanenza per il rimpatrio, cioé chiusi e sorvegliati, destinati ad accogliere i migranti fuori dai progetti e in attesa di essere rimpatriati.
LA DISPONIBILITÀ
«Non mi straccio certo le vesti a fronte di una richiesta che va in questa direzione. D’altra parte - ricorda il sindaco - già nei mesi scorsi in occasione della visita in Regione dell’ex ministro Minniti era stata avanzata un’ipotesi di questo tipo. Allora, però, si parlò di un solo centro per regione. Se ora numeri ed esigenze sono diverse vedremo quali saranno le necessità». La disponibilità di Ciriani per un possibile Cpr in città è motivata con la diversità di impatto sul territorio di un centro di rimpatrio. «Si tratterebbe - sottolinea - di luoghi chiusi e strettamente sorvegliati dalla polizia dai quali gli immigrati, anziché stare in strada, non potrebbero uscire. Nulla a che fare dunque con centri di accoglienza o dormitori. Un centro di rimpatrio, anzi, fungerebbe da deterrente sul territorio, nel senso che probabilmente terrebbe lontani nuovi profughi anziché fungere da “richiamo” come farebbe invece un centro di accoglienza o un dormitorio». In città, però, non sarebbe facile individuare un sito militare dismesso. Fermo restando che alla ex caserma Monti in Comina - almeno fino a nuove normative nazionali - continuerebbe a operare l’hub di prima accoglienza che è operativo da almeno due anni. Inoltre, sul sito della Comina sta avanzando il piano della “cittadella della sicurezza” che ospiterà la nuova caserma dei vigili del fuoco e il comando della polizia stradale. Impossibile ovviamente pensare alla “Mittica” che è oggi operativa. E sul futuro della quale ci sono comunque altri piani legati anche a un possibile utilizzo socio-sanitario.
PRIVATI
In città non mancano invece strutture private. Come quella di via Rotate, sulla quale l’anno scorso si era ipotizzato il dormitorio - poi saltato - della Croce Rossa. In ogni caso, l’eventuale avvio di un Cpr nulla avrebbe a che fare con il precedente progetto di dormitorio. Il Cpr sarebbe chiuso e continuamente sorvegliato dalle forze dell’ordine. E quindi con un impatto sul territorio di tipo diverso rispetto a un dormitorio o al centro hub di prima accoglienza.
SUL TERRITORIO
Per trovare caserme dismesse e in condizioni strutturali in grado di poter accogliere uno dei centri previsti bisogna guardare fuori dalla città. Seppure siamo ancora nell’ambito di ipotesi la mappa non cambia rispetto a quella degli ultimi anni. Uno dei siti potenzialmente utilizzabili è l’ex caserma di Vivaro sulla quale, già nel 2014, c’era stata l’ipotesi di un centro di accoglienza temporaneo per migranti. Un’altra caserma dismessa si trova a Sequals, lungo la strada regionale Spilimbergo-Maniago. Inoltre, è in disuso da alcuni anni l’ex caserma Trieste di Casarsa della Delizia ancora legata al Demanio. Mentre il sito militare di Arzene è diventato comunale e una parte è stato trasformato un area artigianale e quindi diventerebbe difficile un suo utilizzo.
Davide Lisetto
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Ultimo aggiornamento: 09:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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