Caccia al killer degli alberi: li ha avvelenati con il sale

Venerdì 1 Novembre 2019 di Davide Lisetto
Gli alberi che sono stati avvelenati
2
PORDENONE - Alcuni degli alberi che erano stati da poco piantati in via Cappuccini sono stati avvelenati. Ad uccidere le due piante di pero che si trovavano subito dopo il sottopasso - all’altezza dei primi negozi - sarebbe stata una certa quantità di sale (o di un diserbante non più in commercio) gettata nei contenitori delle piante. A dirlo è il responso delle analisi e degli accertamenti tecnici compiuti in laboratorio. Il sospetto dell’avvelenamento degli alberi era emerso subito - proprio il giorno della festa nel quartiere di San Francesco per la fine dei lavori -: era stato lo stesso sindaco Alessandro Ciriani (sulla base di quanto ritenevano due esperti in materia che si erano recati sul posto) a parlare di possibile avvelenamento. Ora è caccia al killer degli alberi.  Ieri negli uffici municipali è arrivata la conferma di quei sospetti di inizio ottobre. «Due dei nuovi alberi di via Cappuccini - ha reso noto ieri l’Amministrazione - piantati dal Comune e repentinamente deperiti dopo qualche giorno sono stati avvelenati. A confermare i sospetti - espressi dal Comune proprio il giorno dell’inaugurazione della nuova strada, lo scorso 4 ottobre – sono state le analisi effettuate dal laboratorio Ersa di Pozzuolo del Friuli».
LE ANALISI
«Le analisi, effettuate da un istituto accreditato dalla legge, hanno fornito un risultato incontrovertibile e indicano chiaramente un’azione dolosa», spiega il tecnico del verde del Comune, Monica Cairoli. I valori riscontrati nei campioni di terreno e nelle piante (che i tecnici comunali avevano provveduto subito a raccogliere) possono essere riconducibili a tre possibili “veleni”: il normale sale da cucina, il sale da strade, il clorato di sodio, un diserbante non più in commercio. Qualcuno, insomma, avrebbe versato una di queste sostanze in quantità tale da far morire gli alberi.
IL SINDACO
Il sindaco - che già il 4 ottobre aveva usato parole molto dure («Se fosse confermato l’avvelenamento significa che c’è un clima di cattiveria e di odio che non è assolutamente giustificabile») - ieri ha ribadito: «Siamo di fronte a un atto vile e intollerabile, una vera vergogna che non ha precedenti nella storia della città. Queste sono le conseguenze nate dal fatto che qualcuno ha soffiato costantemente sul fuoco, esasperando la vicenda degli alberi di via Cappuccini. Il Comune o Gea sporgeranno formale denuncia contro ignoti visto che si è trattato di un atto di delinquenza e sabotaggio finalizzato a creare imbarazzo e disagio».
ALBERI SOSTITUITI
Le chiome dei due peri ornamentali, finiti nel mirino degli avvelenatori, erano appassite improvvisamente, dopo solo tre o quattro giorni dalla loro messa a dimora. Un deperimento troppo improvviso che aveva subito insospettito Monica Cairoli e il titolare della ditta fornitrice degli alberi, Walter Toffoli. Da qui la decisione di compiere le analisi per fugare ogni dubbio. «Ogni pianta – spiega Cairoli - ha una soglia di tolleranza alla salinità. Il laboratorio ha evidenziato la presenza di valori due volte e mezzo superiori a tale soglia. Tale livello provoca il disseccamento della chioma e la successiva morte della pianta». Solo un paio di giorni dopo la scoperta la ditta fornitrice aveva provveduto a sostituire le piante, per altro donandole al Comune.
D.L
Ultimo aggiornamento: 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci