Vacanze da incubo, disabile
abbandonato in aeroporto

Mercoledì 15 Agosto 2018 di Antonella Santarelli
Tutti in vacanza, ma c'è anche chi ha avuto un incubo
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PORDENONE -  Maltempo, scioperi del personale, guasti e voli cancellati stanno rendendo un inferno anche l’estate di centinaia di pordenonesi, in molti dei quali però non hanno affatto intenzione di subire passivamente i disservizi patiti e si sono già rivolti a un legale per ottenere ristoro. La casistica dei “bidoni”, soprattutto da parte delle compagnie low cost, è variegata e lunga, dice l’avvocato Francesco Furlan, esperto nel settore, come il caso di un disabile "abbandonato" tre giorni in aeroporto. Ma i casi sono tanti.   «E il peggio deve ancora arrivare - considera - se si pensa soltanto all’annullamento dei 400 voli Ryanair dei giorni scorsi, per lo sciopero del personale. Tengo a precisare - sottolinea l’avvocato - che le compagnie low cost si chiamano così perchè offrono servizi ridotti (bagaglio a mano, niente pasti, niente business class, partenze da aeroporti spesso defilati), ma sono tenute comunque a garantire la sicurezza, l’assicurazione e la puntualità, esattamente come tutte le altre “a prezzo pieno”. Anche se talvolta pure queste, fanno difetto».
DISABILITÁ IGNORATA
Per esempio, Furlan cita la British Airways, contro la quale ha intrapreso una causa di ristoro a favore di un disabile del Sacilese. «La compagnia in questione, infatti, non si è capito perchè, ha lasciato l’uomo, un 50enne in sedia a rotelle, per tre giorni fermo a Chicago, senza garantirgli nè il primo volo disponibile nè la dovuta assistenza, per altro facendogli cambiare albergo ogni notte, e poi lo ha fatto rimpatriare in classe economica invece che con la business, per la quale aveva pagato il biglietto. In questo caso, vista anche l’insensibilità dimostrata dei confronti di una persona svantaggiata, la richiesta di risarcimento ammonta a 40 mila euro».
CROCERISTI ACCAMPATI
Altro caso, accaduto all’inizio dell’estate, riguarda un gruppo di pordenonesi partiti con la Msc crociere per i mari del Nord, per i quali era previsto il rientro in aereo da Amburgo. La Lufthansa ha però cancellato il volo e cos’ha fatto? «Li ha caricati in corriera - racconta Furlan - e li ha portati a pernottare in brandine in un capannone, tipo ospedale da campo, servendogli i pasti in una gamella. Soltanto il giorno dopo li ha portati a casa. Secondo la filosofia teutonica, il disservizio era stato riparato con l’accoglienza, ma non si può certo definirla tale se si è costretti a dormire tutti nello stesso stanzone e per terra. Adesso attendiamo la risposta della compagnia, che ha già glissato, e poi partiremo con la causa».
STUDENTI ABBANDONATI
«Altro caso degno di nota è quello dei ragazzini, tutti minorenni, che dovevano rientrare da una vacanza studio in Inghilterra. Ryanair ha cancellato il volo e ha lasciato i ragazzini per ore da soli all’aeroporto di Stansed a Londra. Le famiglie sono impazzite. La scuola è così intervenuta e con un pullman li ha portati sino a Milano, ma la compagnia avrà i suoi problemi per il disagio che ha provocato».
IL FULMINE
È già finito invece davanti al giudice di pace di Pordenone il ritardo di un giorno nel rientro al lavoro di una dipendente dell’Electrolux, rimasta bloccata a Londra, «perchè un fulmine aveva colpito il deposito dei velivoli di Ryanair. Sicchè 15mila persone sono rimaste senza volo per 4 giorni e senza la minima assistenza. Per rientrare hanno dovuto arrangiarsi, trovando un’alternativa. E la stessa cosa è successa a un impiegato naoniano, arrivato la scorsa settimana in ritardo a Treviso. A mezzanotte non ci sono più trasporti pubblici, sicchè ha dovuto farsi portare a casa in taxi, spendendo 130 euro. Che conta di riavere, sommati ai danni».
48 ORE IN AEROPORTO
Si è invece appena conclusa davanti al giudice di pace di Pordenone, Rossella Garofalo, la causa intrapresa da una coppia di azzanesi, costretta dalla compagnia Volotea a restare per 48 ore nell’assai poco confortevole aeroporto di Olbia, in Sardegna, dove ci sono solo sedie di plastica, offrendole come ristoro 5 euro per il panino. «Noi avevamo chiesto 1.200 ero di risarcimento a testa, ma Volotea ha rifiutato. E ha fatto male, perchè il giudice di pace le ha poi presentato un conto da 4 mila euro».
Antonella Santarelli
Ultimo aggiornamento: 09:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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