Turismo boom trainato dai piccoli borghi medievali del Pordenonese

Lunedì 16 Settembre 2019
Turisti a Valvasone
PORDENONE - Ultimi scampoli d'estate e il comparto del turismo comincia a tirare qualche somma rispetto ai tre mesi passati. E nel Friuli Occidentale le cose sembrano essere andate piuttosto bene. Almeno per quanto riguarda gli alberghi, gli agriturismo e i Bed and Breakfast. A mostrare un miglioramento rispetto all'estate dell'anno scorso è in particolare il cosiddetto settore del turismo lento: gli antichi borghi medievali e la riscoperta del territorio con le sue tipicità enogastronomiche. Insomma, la zona della pedemontana pordenonese con alcuni centri montani e, in particolare, i piccoli borghi di Polcenigo, Valvasone e Cordovado si confermano trainanti per il turismo della Destra Tagliamento. Anche la città di Pordenone ha registrato - soprattutto in luglio e agosto, in occasione di alcuni eventi di tipo culturale - l'overbooking in diversi alberghi.
 

È quanto emerge da una prima ricognizione - per i numeri e i dati ci vorrà ancora qualche settimana - compiuta dal Consorzio Pordenone Turismo tra i propri associati.
Una cinquantina le strutture e le aziende raggruppate tra alberghi, B&B e agriturismo. «Sono tutti particolarmente soddisfatti - sottolinea il pordenonese Sergio Lucchetta, presidente del Consorzio - di come è andata l'estate. Non appena saranno elaborati i numeri avremo le conferme, ma da quanto raccolto la situazione è stata migliore rispetto a quella del 2018. E a sentire i primi risultati del turismo più in generale a livello nazionale legato anche alle località balneari dove si è perso qualche punto percentuale, nel nostro territorio possiamo dirci soddisfatti». A dare segnali molto chiari di una tendenza è proprio il settore del turismo lento. I piccoli borghi antichi del territorio, importanti località considerate di pregio ambientale come l'area dei Magredi (dove per altro si possono praticare sport con mountain bike e andare a cavallo) e la valorizzazione dei prodotti tipici locali con la loro storia: tutto questo viene apprezzato. «Si stanno incrementando i turisti - aggiunge Lucchetta - sia dalle altre regioni italiane, ma in particolare dall'Austria, dalla Slovenia e dalla Croazia. Cominciamo anche ad avere un certo flusso di turisti tedeschi». Due o tre giorni, di solito i pacchetti sono per permanenze brevi. Anche se in certi casi - aggiungendo magari una giornata a Venezia - ci si può allungare a sei o sette giorni. «Per noi è un segnale importante. La tendenza - spiega Lucchetta - che forse le famiglie viaggiano un po' meno verso le grandi mete e si preferisce scoprire luoghi più tranquilli che hanno una loro storia da raccontare. Un turismo della scoperta legato anche a un turismo dell'esperienza, cioé del fare cose legate ai territori». Un ambito sul quale il Consorzio ha creduto e negli ultimi anni ha investito molto. E non senza fatica. «Ci abbiamo creduto - conclude il presidente - in tempi non sospetti. Già molti anni fa abbiamo cercato di vendere soprattutto all'estero, nei Paesi confinanti o a noi più vicini, le nostre piccole meraviglie come i borghi di Polcenigo e Valvasone. Ma anche Sesto al Reghena con la sua abbazia. E devo dire che gli operatori cominciano a cogliere i primi risultati». Davide Lisetto
Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 08:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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