PORDENONE - Le cure non avevano avuto l'esito sperato e l'uomo era morto. Secondo gli eredi, però, il prorpio congiunto, ucciso da un tumore, era morto perchè i medici non erano riusciti a fare la diagnosi in tempo. In pratica - secondo i familiari dell'uomo - il tumore sarebbe stato diagnosticato in notevole ritardo e quindi il trattamento messo in atto non avrebbe dato l'effetto sperato. Da qui la morte. I familiari hanno chiesto all'ospedale di Pordenone un risarcimento di 450 mila euro per il ritardo nella diagnosi e la terapia inadeguata.
Secondo l'ospedale, invece, l'eventuale ritardo avrebbe comportato la perdita di chance di sopravvivenza che però non possono essere quantificate con la cifra richiesta dalla famiglia, ma con una decisamente minore. Ora ci sarà il tentativo di mediazione.
Ultimo aggiornamento: 16:27
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