PORDENONE - Negli sms e nei social network c'è la soluzione del caso. Ne sono convinti gli investigatori della Polizia di Stato che stanno indagando sulle motivazioni che hanno portato la ragazzina di dodici anni a cercare la morte gettandosi dalla finestra a Pordenone. La Procura della Repubblica per i minori di Trieste ha delegato gli agenti della Squadra Volante e i colleghi della Postale a porre sotto sequestro i dispositivi in uso alla ragazzina. Dalle parole della dodicenne si passerà ad analizzare le frasi che amici e coetanei hanno postato nelle chat, nei social, in qualche profilo, forse anche in quelli che consentono di restare anonimi.
Ultimo aggiornamento: 22:21
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il lavoro sarà particolarmente delicato anche perché gli stessi «aguzzini» dovrebbero essere poco più che bambini ed è probabile che più di qualcuno non si fosse nemmeno reso conto della gravità di qualche apprezzamento. «Non escludiamo nulla e non formuliamo ipotesi prima di accedere ai dati e alle conversazioni», hanno fatto sapere dalla Questura cittadina, che per cristallizzare la scena ha inviato sul posto della caduta anche la Scientifica, che ha preso in consegna le lettere e gli appunti della vittima del presunto bullismo. Di certo gli atti intimidatori o le prese in giro non devono essere stati recenti: nell'ultima settimana la studentessa era a casa, indisposta.