Il cantiere chiude la strada: in ostaggio quindici famiglie

Sabato 30 Novembre 2019 di Alberto Comisso
Il blocco del cantiere che chiude via Levade
PORDENONE  - «Ci sentiamo prigionieri». I residenti di via Levade sono arrabbiati. La strada sulla quale sono ripresi i lavori che riguardano la Bretella sud. Grazie all’accordo raggiunto tra il commissario delegato dell’A4, Massimiliano Fedriga, Autovie Venete, ditta appaltatrice e Rfi, sono state poste le basi per la costruzione del sottopasso che supera la linea ferroviaria Mestre-Udine.  Per un’opera tanto attesa, ci sono almeno 15 famiglie che protestano per una serie di disagi. A farsi portavoce del malcontento è Elena Dalla Bona. «A questo punto è come se fossimo stati tagliati fuori. Quello che mi fa ancora più arrabbiare è che dell’avvio di questi lavori non siamo stati avvisati. Lo ha scoperto quasi per caso mio suocero che, dovendo andare a gettare l’immondizia, ha trovato affissi degli avvisi che riportavano l’ordinanza con la quale veniva disposta la chiusura di via Levade nella zona dell’incrocio con via Udine. Non una telefonata, una lettera, un post sui social che mettesse al corrente i cittadini del disagio».  I problemi maggiori riguardano il trasporto pubblico. Elena ha due figlie che devono andare a scuola: una utilizza la linea rossa dell’Atap, l’altra lo scuolabus. Da quando la via è stata chiusa, nessun mezzo transita per via Levade. «Le mie figlie così come gli altri ragazzini che abitano qui – sottolinea – sono costretti a percorrere un chilometro e mezzo a piedi per raggiungere la fermata, in corrispondenza della Savio, in via Udine. E, come se non bastasse, l’unico varco percorribile attualmente è una passerella su una roggia, realizzata una ventina di anni fa, con assi sconnesse e senza illuminazione». Elena Dalla Bona ha provato ad andare a fondo sulla questione, ma non ha ricevuto alcuna risposta convincente. «Anzi - sostiene - Atap e Comune, non sapendo nulla, hanno declinato qualsiasi responsabilità. Anzi, mi è sembrato quasi che a dare la notizia fossi stata io». 
TABELLA DI MARCIA
Le reti che interferiscono con la viabilità (telecomunicazioni, elettricità, tubature del gas e acqua) verranno di volta in volta spostate da via Udine sul by-pass provvisorio realizzato in prossimità dell’incrocio con via Levade. «Le operazioni dureranno circa tre mesi - spiega una nota di Autovie Venete - e comporteranno alcune occasionali modifiche alla viabilità in via Levade (chiusura totale della strada o in alternativa istituzione di un senso unico alternato)». Disagi che per i residenti della via si ripercuotono su tutte le attività quotidiane. Gli spostamenti sono rallentati e per raggiungere il posto di lavoro Elena ora impiega non meno di 20 minuti. Prima, in macchina, gliene bastavano cinque. «Sono costretta a percorrere a ritroso via Villanova, arrivare alla rotonda dell’uscita dell’autostrada A28 (Interporto), percorrere via Villanova vecchia ed imboccare via Nuova di Corva per poi attraversare Borgomeduna. I conti – tiene a precisare – sono presto fatti e, purtroppo, non ci sono alternative. Anzi la chiusura della strada ha conseguentemente creato un aumento del traffico pesante, con camion carichi di inerti e betoniere che corrono a tutta velocità. Diventa persino pericoloso uscire da casa o muoversi in bicicletta». Lo sconforto è tanto e lo si percepisce nelle sue parole e nelle sue espressioni: «Non so più a chi rivolgermi e non so sino a quando andrà avanti questo calvario». 
Ultimo aggiornamento: 15:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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