Abusi sessuali su una minore: prete pedofilo espia la pena in seminario

Sabato 22 Giugno 2019 di Pierpaolo Simonato
Il seminario dei Pordenone dove è stato "confinato" il sacerdote
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PORDENONE - Galeotta fu l’intervista, che ha riaperto il caso. Da quasi 4 anni vive “in esilio” nell’austero seminario di Pordenone lontano da tutti. La sua colpa: aver “approcciato” una sedicenne nel 2012, quand'era parroco a Orciano (Pesaro). Nei guai sul fronte penale e su quello canonico. Morale: la denuncia, i giorni di carcere, la gogna, la condanna a un anno e 11 mesi. E infine il “trasferimento” sul Noncello, nell’autunno del 2015. La storia è tornata a galla all’improvviso, via social, perché il sacerdote a maggio ha rilasciato un’intervista all’Osservatore Romano su un libro che aveva appena scritto.  Così chi si ricordava il suo nome, don Giangiacomo Ruggeri, ha scoperto dov'era finito e ha avviato la nuova crociata. «Non c’è nulla da nascondere - dichiara monsignor Giuseppe Pellegrini, il vescovo della Diocesi di Concordia-Pordenone -, né vogliamo “coprire” qualcuno. Ci mancherebbe altro, tutto è stato fatto alla luce del sole. Conoscevo Giangiacomo per la nostra esperienza comune alla Cei. Si è pentito subito, sinceramente, e ho ritenuto giusto accoglierlo nella nostra comunità». Don Ruggeri era stato a suo tempo sospeso dal presule fanese Armando Trasarti. Non solo: sulla scorta del successivo processo ecclesiastico venne condannato a non esercitare il proprio ministero nella Chiesa d’origine per 5 anni, a non avere alcun contatto con i minori nella pastorale durante lo stesso periodo e a essere seguito da uno psicologo. «Questa sentenza - aggiunge Pellegrini - è stata, ed è tuttora, pienamente rispettata. Da noi studia, scrive, pubblica. Si occupa di ritiri spirituali e predicazione tra i confratelli, ma soprattutto tra le suore».
SPIAGGIA BOLLENTE
La denuncia nei confronti del sacerdote, oggi cinquantenne, era partita da un bagnino che aveva testimoniato di averlo visto mentre in calzoncini e maglietta baciava e accarezzava una ragazza in spiaggia, sotto l’ombrellone. Sapendo però di chi si trattava, e che l’oggetto delle sue attenzioni era una minore, si era rivolto alla Questura. Così il parroco era finito in isolamento nella struttura carceraria di Villa Fastiggi. «Non era in sè», affermò l’avvocato Gianluca Sposito, il difensore di Ruggeri. Quest’ultimo, dal canto suo, si dichiarò profondamente pentito. Tanto che il “capo” della Curia naoniana, come nella parabola del figliol prodigo, nel 2015 decise di dargli l’opportunità di cominciare un’altra vita, fatta di studio, servizio ed esercizi spirituali.
CHI È
Don Giangiacomo Ruggeri, prima di vederselo sporcare da quei gesti sconsiderati sul bagnasciuga, aveva messo insieme un curriculum importante. Classe 1969, originario di Fossombrone, giornalista pubblicista, scrittore, docente di religione al liceo, ha diretto l’Ufficio diocesano fanese di comunicazioni sociali e il Centro vocazionale. È stato inoltre assistente ecclesiastico regionale dell’associazione guide e scout cattolici, maturando in quel contesto la sua esperienza alla Cei. Dal 2010 al 2012 ha insegnato Teologia della comunicazione ed etica dei nuovi media all’Istituto superiore di Scienze religiose Marvelli di Rimini, collaborando pure con il quotidiano cattolico “Avvenire”.
Pier Paolo Simonato
Ultimo aggiornamento: 10:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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