Scuola in presenza, per i bus mancanti l'Atap ricorre ai privati

Sabato 24 Aprile 2021 di Davide Lisetto
Studenti si affollano davanti a un autobus dell'Atap

In provincia di Pordenone Atap è pronta, con il supporto e l’aggiunta di una ventina di bus sulle linee extraurbane, a portare gli studenti in classe lunedì mattina. Quando le scuole superiori dovranno assicurare un minimo di presenza del 70 per cento, mentre il rimanente 30 per cento rimarrà in didattica a distanza a rotazione. I bus in più sulle linee extraurbane consentiranno a tutti i mezzi di viaggiare con il 50 per cento di capienza. Anche se negli ultimi decreti è venuta meno la regola del distanziamento obbligatorio: resta valido invece l’obbligo della mascherine e del gel igienizzante. Qualche problema in più ci sarà invece sulle linee urbane: impossibile infatti trovare mezzi più piccoli da affiancare ai bus Atap che servono la città e l’hinterland. Le scuole superiori intanto, da ieri quando è arrivata la nota congiunta ministero-Regione, che stabilisce la soglia del 70% in presenza, si sono attivate per avvisare alunni e famiglie. Nelle scuole dell’infanzia, invece, ieri due casi di chiusura in provincia a causa di contagi tra il personale: a Roveredo e a Zoppola i piccoli alunni sono in quarantena.
I TEST IN AULA
Su questo fronte proprio ieri il vicepresidente Riccardo Riccardi è intervenuto proprio ieri. «Sui test salivari da usare nelle scuole stiamo mettendo a punto un’azione pilota che faremo sugli studenti». «Poi le cose si faranno sulla base della cognizione degli esperti - ha aggiunto il vicegovernatore - e non sulla base di istanze di troppi nuovi “laureatì honoris causa” in epidemiologia, che stiamo vedendo da troppo tempo». La sperimentazione ha aggiunto l’assessore «partirà nei prossimi giorni, quando selezioneremo un campione di popolazione scolastica per fare questo lavoro, prima in una provincia, per poi estenderla a tutte».
SCUOLA E BUS
Ieri il presidente Massimiliano Fedriga è tornato sul tema scuola con toni conciliatori rispetto al governo. «Anche a noi piacerebbe aprire le scuole al 100%, anche ai prefetti piacerebbe farlo, però ci sono dei limiti fisici insuperabili.

Il numero di mezzi e alcune strutture scolastiche impediscono con queste regole, ovvero il riempimento dei trasporti al 50% e il distanziamento previsto negli istituti, di aprire al 100%. È una posizione che guarda alla realtà. Dopo di che ci saranno Regioni che raggiungeranno il 75 o il 100%, credo nessuna, perché è tecnicamente impossibile, e altre che purtroppo non ce la faranno, non per cattiva volontà ma per conformazione o numero di mezzi». Il presidente Fvg e della Conferenza delle Regioni ha anche precisato: «L’abbiamo fatto presente - ha detto - e avevamo raggiunto questa intesa, non solo le Regioni, ma anche Province e Comuni, col Governo, trovando questa forchetta tra 70 e 100, poi in Consiglio dei ministri è stata cambiata. Questo ci ha fatto rimanere male, perché ci sta cambiare idea, però allora si riconvocano coloro coi quali si è preso un accordo e si decide insieme come modificare. Per questo abbiamo voluto sottolineare questa criticità». «Pensare che con i soldi si possa far comparire qualche decina di migliaia di autobus e gli autisti, in qualche mese, ma anche in un anno, è tecnicamente impossibile - ha ribadito Fedriga -. Se mi dicono che devo volare, faccio presente gentilmente che non ho le ali. Come Regioni abbiamo potenziato tutto il trasporto pubblico, facendo accordi in molti casi con realtà private per potenziare l’extraurbano. Oggi andare a queste percentuali, a questi riempimenti, si può fare grazie al lavoro difficilissimo che hanno fatto le Regioni. Dopodiché c’è il limite che oltre una certa soglia non ci sono mezzi, se qualcuno pensa che andare a comprare decine di migliaia di autobus sia come andare a comprare un’auto al concessionario non conosce la realtà dei fatti».

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