Sanità, la bozza segreta
che taglia ospedali e servizi

Domenica 1 Settembre 2019 di Davide Lisetto
La bozza segreta che taglia ospedali e sanità
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Tra le prime ipotesi delle futura riforma regionale della sanità sarebbero diversi i punti che stanno creando più di qualche perplessità e preoccupazione in Friuli occidentale. Tra queste l’assenza tra le indicazioni riguardanti l’ospedale di Pordenone (che viene comunque confermato come presidio ospedaliero hub di primo livello) delle strutture complesse della Chirurgia della mano, della Procreazione medica assistita e di altere strutture e funzioni operativa da anni al Santa Maria degli Angeli. Inoltre, tra le ipotesi ci sarebbe anche un possibile trasferimento di funzioni dall’ospedale di San Vito (che verrebbe in qualche modo “declassato”) a quello di Spilimbergo. E' quanto contenuto in bozza segreta che siamo in grado di rivelarvi.  Allo stato è soltanto una bozza (ancora per altro riservata) che è quindi suscettibile di ulteriori confronti e modifiche. Ma se le ipotesi di riforma sanitaria saranno confermate nel novo modello sanitario regionale Pordenone potrebbe subire più di qualche penalizzazione. Qualche dubbio riguarda anche alcune strutture e servizi della sanità definita territoriale come il dipartimento delle dipendenze e la salute mentale. Per i presidi ospedalieri di base (cosiddetti spoke o di rete, come San Vito-Spilimbergo) sono confermate - come emerge dalla bozza di riforma - le funzioni di pronto soccorso e medicina d’urgenza con posti letto di osservazione semi-intensivi, medicina interna, chirurgia generale, ortopedia-traumatologia, ostetricia e ginecologia con punto nascita, anestesia e rianimazione con posti intensivi, emodialisi, radiologia, cardiologia, gastroenterologia, oncologia (per il territorio di Pordenone è stata appena ultimata la sinergia con il Cro), pediatria, medicina trasfusionale, laboratorio analisi e microbiologia, anatomia patologica, riabilitazione e farmacia. Per assicurare i bacini di utenza, a questo livello di assistenza ospedaliera, l’offerta sanitaria sarà organizzata in coppie di stabilimenti, nella Destra Tagliamento San Vito-Spilimbergo. Le strutture - si aggiunge però nella bozza - che assicurano le funzioni e l’attività urgente in regime di ricovero saranno solo negli stabilimenti ospedalieri di Monfalcone, Latisana, Tolmezzo e Spilimbergo. San Vito non c’è. Cosa questo significhi non è ancora chiaro. Ma sicuramente un depotenziamento con possibili trasferimenti, probabilmente, anche della chirurgia e della terapia intensiva.
PORDENONE
Per Pordenone, come hub di primo livello, a tutte le funzioni degli ospedali di basi si sommano i reparti esistenti di: pediatria in regime di ricovero ordinario, cardiologia con unità coronarica, neurologia con stroke unit, oncologia in regime di ricovero ordinario (un passo indietro rispetto all’integrazione attuata con il Cro negli ultimi anni?), pneumologia, oculistica, otorinolaringoiatria, urologia, psichiatria con diagnosi e cura, anatomia patologica, laboratorio di analisi e microbiologia. L’elenco qui si ferma. Ma mancano diverse strutture complesse: forse perché saranno “recuperate” con altri atti dell’amministrazione regionale? È possibile, intanto però non mancano i timori tra gli operatori e tra i cittadini. In particolare manca la chirurgia della mano (eccellenza regionale che Pordenone ha dovuto sempre difendere con le unghie e con i denti), la Procreazione medica assistita (sarebbe paradossale visto che i nuovi locali a Sacile dovrebbero essere operativi proprio in autunno), le malattie infettive, l’endocrinologia, la radioterapia interventistica, la medicina trasfusionale, la microbiologia e la medicina nucleare. Alcune sono strutture complesse, altre funzioni a cui l’ospedale di Pordenone non intenderà rinunciare. Nelle prossime settimane la bozza dovrà essere discussa anche nelle commissioni consiliari. E sarà quella la sede in cui anche la politica dovrà chiedere chiarimenti e prendere posizione.
Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 10:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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