La grande truffa, nuove accuse a Gaiatto: sequestro da 6,7 milioni

Sabato 3 Novembre 2018 di Cristina Antonutti
La grande truffa: fabio gaiatto mentre viene accompagnato in Procura
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Nuove accuse per Fabio Gaiatto, il 48enne di Portogruaro che ha raccolto abusivamente risparmi per 72,6 milioni di euro per investirli nel mercato valutario, ha distribuito 4,7 milioni di provvigioni e restituito solo 28,9 milioni ai clienti della Venice Investment Group. Ieri pomeriggio la Guardia di finanza di Portogruaro gli ha notificato una nuova misura cautelare in carcere per le ipotesi di autoriciclaggio e abusivismo bancario. Il provvedimento firmato dal gip Rodolfo Piccin dispone anche il sequestro per equivalente di 6.738.334 euro.  È una parte degli 11 milioni erogati a partire dal dicembre 2016, attraverso la società croata Venice Investment Group doo, a non meno di 78 clienti residenti nel Portogruarese e nel Pordenonese. Quei soldi appartengono a quei risparmiatori che erano convinti di aver investito nel settore del forex e sono stati truffati: il loro denaro sarebbe stato utilizzato da Gaiatto per concedere prestiti con la formula della “cambiale croata”. Per il procuratore Raffaele Tito e il sostituto Monica Carraturo è un perfetto esempio di autoriciclaggio.
Il nuovo filone d’indagine nasce perquisendo la casa di Gaiatto a Portovecchio. I finanzieri avevano trovato un prospetto con tutti i riferimenti dei clienti a cui erano stati dati in prestito i soldi: importi, maxi rate e rate da pagare. Il meccanismo ricostruito è il seguente. Gaiatto incassava i soldi destinati al forex e li dirottava ai clienti che avevano bisogno di un prestito. Faceva sottoscrivere un contratto in cui veniva indicato importo da finanziare, rate e tempi della restituzione. Il cliente doveva sottoscrivere una cambiale di diritto croato a garanzia della restituzione e, prima di ricevere il finanziamento, doveva versare una maxi rata, pari al 30/35% dell’importo da finanziare, alla Venice croata, società che non risulta iscritta nell’albo di vigilanza e che pertanto agiva abusivamente. A quel punto la società erogava il prestito. Ai clienti, secondo quanto accertato dalla Finanza, veniva detto che la maxi rata sarebbe stata investita nelle piattaforme forex della Venice Investment: con i rendimenti i clienti potevano abbattere il capitale da restituire, mentre Gaiatto otteneva la provvigione.
Gli accertamenti bancari sui conti correnti delle società hanno permesso di accertare bonifici bancari per 9,9 milioni, una somma che strada facendo è lievitata a 11 milioni, importo per il quale la Procura aveva chiesto il sequestro, in quanto si tratta di denaro interamente autoriciclato. Il gip ha invece disposto i “sigilli” per 6,7 milioni (di cui 1,9 milioni sarebbero già stati restituiti) a carico della Venice croata. È nei conti oltreconfine che bisognerà cercare il denaro dei risparmiatori. L’importo contestato a Gaiatto, invece, resta di 11 milioni.
La truffa ha dimensioni colossali.

Per gli investigatori non è facile muoversi nell’intricato mondo di società creato da Gaiatto. Al vertice c’è la Venice Investment Holding Llc, con sede in Delaware (Stati Uniti), che possiede al 100% la Venice Investment Group Ltd, la società di cui Gaiatto è direttore e che ha sede a Londra. I prestiti venivano erogati attraverso altre tre società: la Venice Investment Holding Ltd di Londra interamente di proprietà di Gaiatto; la Venice Investment Group doo con sede i Croazia e posseduta totalmente da Venice Investment Ltd; infine, la Studio Holding doo con sede in Croazia, posseduta al 100% da G&G Golden Star Ltd (sede a londra) e amministrata da Najima Romani, compagna di Gaiatto attualmente ai domiciliari. Completano il quadro la Venice Investment Group doo slovena, che appartiene alla Ltd, e la Venice Invest & Consulting Group Llp, società che Gaiatto ha creato a Londra, sempre allo stesso indirizzo di Wenlock road.

Ultimo aggiornamento: 08:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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