Parcheggio dedicato all'artista, ma col "volto" sfregiato e consumato dall'incuria: è polemica

Venerdì 20 Maggio 2022 di Susanna Salvador
Il parcheggio a Pordenone

PORDENONE - Quando nel maggio del 2014 il parcheggio di via Vallona divenne il “non luogo” dedicato al poeta Federico Tavan, si levarono subito alte le prime proteste di quanti conoscevano quell’artista che aveva fatto della sua immensa cultura condita da irriverenza, pazzia e sensibilità, la sua vita senza compromessi.

Tavan era così come si vedeva, come si faceva toccare e come parlava, cantando versi che raccontavano la sofferenza di diverso in un mondo di uguali. Tavan il cui faccione, con gli occhi capaci di parlare anche attraverso una foto sbiadita dal sole e dalle colpevoli dimenticanze, è stato attaccato in una vetrata-vetrina del park che si affaccia su viale Dante, all’interno del ring cittadino quando sindaco della città era Claudio Pedrotti e uno dei sostenitori dell’iniziativa l’ex assessore Gianni Zanolin. Quell’immagine ora porta i segni del tempo passato e delle promesse rimaste parole. Tavan che scrisse per il Gazzettino tra il 1999 e il 2005 numerosi elzeviri, capaci di arrivare come dardi al bersaglio. Come quello, più attuale che mai visto l’argomento, nel quale parlò de “il maestro” Pasolini: «L’avete perseguitato ed è scappato come un cane impestato. Ora gli siete addosso. Senza vergogna. Tra poco anche i cessi avranno la targhetta con il suo nome». Federico Tavan, il poeta di Andreis, quell’«Andrèes» dal quale «se no tu sciampe, no tu sciampe pi», si è trovato con il suo volto stampato sulla vetrata di un parcheggio multipiano.


L’INTERROGAZIONE


Una premessa per arrivare all’interrogazione presentata da Il Bene Comune e rivolta al sindaco Alessandro Ciriani e all’assessore Alberto Parigi per «cancellare l’intitolazione al poeta Federico Tavan del parcheggio di via Vallona, rimuovendo testi e immagini che lo riguardano». Nel dettaglio nell’interrogazione si ricorda che «nel 2014 un’operazione istituzione pubblica-soggetto partecipato (Comune di Pordenone e GSM, l’azienda che gestisce i parcheggi) associava nome e immagine di Federico Tavan al parcheggio multipiano in via Vallona». E si parla della «completa mancanza di rispetto verso la volontà della sorella Maria Grazia («piuttosto un’aiuola piena di fiori, ma un parcheggio no!») e verso il pensiero schivo dell’artista». Il Bene Comune punta il dito «sullo stato di abbandono, l’incuria, il disamore e la pessima collocazione, delle pur pregevoli fotografie di De Marco, che rappresentano un oltraggio alla memoria del poeta». E definiscono quella scelta «scellerata e inopportuna», mentre affermano che «la passata e l’attuale amministrazione comunale hanno disatteso le stesse promesse e le dichiarazioni dell’ex-assessore Pietro Tropeano (“...intendiamo dare cadenza annuale a una serie di iniziative per ricordare Federico Tavan”)». All’amministrazione comunale si chiede se intende calcellare l’intitolazione, rimuovendo testi e immagini del poeta e quali iniziative intende intraprendere per far conoscere e valorizzare opera e visioni culturali e della natura di Tavan.


CIRCOLO ZAPATA


Tra coloro che avevano da subito osteggiato l’operazione, c’è il Circolo Zapata. «Nessuno ricorda la sua partecipazione attiva ai centri sociali di Udine - afferma Stefano Rasta -. Era un intellettuale al di là degli schemi, una persona di grandissima sensibilità. Nel 2014 avevamo lanciato una sottoscrizione per far sparire quella vergogna nel parcheggio. L’opera e la figura di Federico Tavan non devono essere utilizzate in modo strumentale da politici e operatori culturali».

Ultimo aggiornamento: 07:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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