Omicidio di Teresa e Trifone, la ex di Ruotolo patteggia 10 mesi

Martedì 18 Giugno 2019 di Cristina Antonutti
Mariarosaria Patrone ieri ha patteggiato 10 mesi: era la ex di Ruotolo
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PORDENONE - L’ex fidanzata di Giosuè Ruotolo, condannato per l’uccisione dei fidanzati Trifone Ragone e Teresa Costanza, chiude con un patteggiamento il capitolo processuale che l’ha chiamata in causa per favoreggiamento personale e false informazioni al pubblico ministero. Per Mariarosaria Patrone, 28 anni, di Somma Vesuviana, praticante nello studio legale del suo stesso difensore, l’avvocato Costantino Catapano, la pena è stata di 10 mesi col beneficio della sospensione condizionale.  L’accordo tra il procuratore Raffaele Tito e la difesa è stato raggiunto nella fase delle indagini preliminari, dopo che Catapano ha consentito a innalzare la pena (aveva proposto otto mesi). Ieri il patteggiamento è stato definito davanti al gup Rodolfo Piccin. La Procura ha preso in considerazione la richiesta di patteggiamento solo dopo che la Corte d’assise d’appello di Trieste ha confermato l’ergastolo a Ruotolo, l’ex militare di Somma Vesuviana condannato per l’uccisione dei due fidanzati nel parcheggio del palasport, il 17 marzo 2015. Quella della Patrone non era stata considerata dagli investigatori una figura secondaria. C’era il sospetto che avesse istigato Ruotolo a uccidere. Ad alimentare i dubbi erano state le cancellazioni di messaggi sul telefonino (tra il 17 marzo e 12 ottobre 2015), i pizzini del 26 novembre 2015 alle amiche in procinto di essere sentite dai Carabinieri (alle quali chiese di tacere sul profilo Facebook Anonimo Anonimo usato da Ruotolo per molestare Teresa) e poi la reticenza dimostrata durante le sommarie informazioni rese alla polizia giudiziaria il 23 settembre 2015. Il gip Alberto Rossi il 7 marzo 2016 dispose per Ruotolo il carcere e per lei gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, misura poi revocata dal Tribunale del Riesame.
Da quel momento le posizioni di Mariarosaria e Giosuè erano sono separate definitivamente. Anche dal punto di vista affettivo. La Corte d’assise di Udine si era a lungo soffermata sul ruolo della fidanzata di Ruotolo. I giudici di primo grado, che avevano condannato l’ex militare di Somma Vesuviana all’ergastolo, avevano fatto propria la ricostruzione degli inquirenti sospettando che la Patrone si fosse adoperata per aiutare Ruotolo a dimostrare a Ragone che non era lui l’autore dei messaggi molesti inviati a Teresa da “Anonimo Anonimo” per farle credere che il fidanzato aveva un’amante. Secondo gli inquirenti, la giovane avrebbe poi ha aiutato il fidanzato a eludere le indagini chiedendo alle amiche di Somma Vesuviana di tacere proprio su quello che la Corte ha chiamato il «fulcro del movente»: le molestie su Facebook.
Le famiglie Ragone e Costanza non si sono mai date pace per il silenzio di Mariarosaria: non ha mai chiarito la sua posizione e che cosa significavano messaggi come «amore, hai fatto qualcosa che non mi hai detto per caso?», inviato a Ruotolo dopo il duplice delitto.
Cristina Antonutti
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