Crisi della metalmeccanica, alla Nidec ripiomba l'incubo degli esuberi

Venerdì 17 Maggio 2019 di Davide Lisetto
Crisi della metalmeccanica, alla Nidec ripiomba l'incubo degli esuberi
PORDENONE - È il settore della metalmeccanica quello che esce con le ossa più rotte dall'ultima indagine congiunturale sull'economia territoriale svolta della Camera di commercio. Una trimestrale piuttosto pesante dalla quale, su tutti, emerge un segnale chiaro: gli ordinativi esteri che arrivano nelle aziende hanno subito un tracollo e quindi c'è da aspettarsi una forte contrazione nell'export. Dentro questo scenario le situazioni peggiori - in alcuni casi anche con cali di oltre dieci punti percentuali - si stanno verificando in quelle filiere produttive della sub-fornitura nei comparti dell'automotive e dell'elettrodomestico.
 
I COMPONENTISTIE tra i componentisti storici e di una certa dimensione sul territorio a essere in sofferenza è anche la Nidec, la ex Sole in Comina. L'azienda che - nata all'interno della galassia Zanussi prima, Electrolux poi per essere scorporata negli anni Novanta del secolo scorso - da sempre è fornitrice di motori per gli elettrodomestici. Lo stabilimento dell'area industriale a nord della città, controllato dal colosso giapponese dei motori, da ormai qualche mese è al centro di un delicato e non facile confronto sul suo futuro assetto. Al centro della discussione - il tavolo del negoziato tra il vertice della Nidec e le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici del Friuli occidentale è stato avviato da parecchie settimane - un importante investimento di parecchi milioni che rinnoverebbe completamente le linee produttive della fabbrica in funzione del cambiamento del tipo di prodotto. Le tipologie di motori che vengono realizzate in Comina (il classico motore universale) stanno per essere abbandonati da quasi tutti i produttori di elettrodomestici in quanto ritenuti ormai maturi e superati. È per questo che Nidec ritiene urgente spostare l'asse della propria produzione sui motori di nuova generazione che richiedono però impianti produttivi innovativi e improntati anche alla digitalizzazione.
NUOVO MODELLOÈ un po' quello che sta accadendo alla Electrolux di Susegana dove la fabbrica verrà completamente rifatta per produrre nuovi modelli di frigoriferi. Ma in Comina c'è una forte preoccupazione tra maestranze e sindacato. Il gruppo giapponese sta pensando a una possibile alternativa: nel caso in cui non dovessero esserci le condizioni per l'investimento a Pordenone le nuove linee verrebbero installate in Romania. Al tavolo del negoziato si sono analizzate anche alcune cifre legate a fisco e costo del lavoro. Un numero su tutti: un operaio metalmeccanico da noi costa dai 24 ai 26 euro l'ora, in Romania il costo è di 5-6 euro l'ora. Ecco perché alla ex Sole tra i circa 350 addetti è tornato l'incubo degli esuberi. Eccedenze che sarebbero previste - in una misura che potrebbe andare dai 100 ai 150 - anche nel caso in cui la società decidesse di realizzare l'investimento a Pordenone. In quel caso la fabbrica avrebbe la possibilità di essere rinnovata e messa nelle condizioni di produrre i motori di ultima generazione, ma la riorganizzazione richiederebbe comunque un sacrificio occupazionale. Con impianti maggiormente competitivi lo stabilimento avrebbe la garanzia di sopravvivere nei prossimi anni. È per questo che azienda e sindacato stanno cercando di trovare le possibili soluzioni che consentano all'investimento di non prendere la via della Romania. È questo - non più la Polonia come anni fa - infatti il nuovo paese del Bengodi per i giganti multinazionali in cerca di condizioni produttive low cost.
Davide Lisetto
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