Moschea blindata dopo l'attacco ai musulmani in Nuova Zelanda

Domenica 17 Marzo 2019
Moschea blindata dopo l'attacco ai musulmani in Nuova Zelanda
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PORDENONE - La decisione, è a suo modo storica, nel senso che segna una cesura rispetto al passato, quando il Centro islamico doveva essere sorvegliato per il timore di ciò che poteva succedere all'interno, e non per un possibile attacco dall'esterno, cioè contro la comunità musulmana. Dopo l'attentato di Christchurch, in Nuova Zelanda, anche a Pordenone il quadro è cambiato: ora sono (anche) i fedeli di religione islamica ad essere potenzialmente in pericolo. Non in uno dei Paesi caldi in cui i conflitti tra sunniti e sciiti provocano morti e innescano conflitti, ma dove si teme che lo spirito emulazione possa far nascere dei cloni di Brenton Tarrant, l'attentatore che in Nuova Zelanda ha ucciso 49 fedeli in due moschee. 
 
LA DECISIONELe autorità - e si intendono sia le forze dell'ordine che le dirette emanazioni territoriali del governo come la Prefettura - non si occupano solo da ieri del Centro islamico. Il capannone della Comina è tra i punti più sorvegliati della provincia. Ma è la direzione della freccia ad essere cambiata. Da ieri, infatti, è stato innalzato il livello d'allerta, e di conseguenza sono aumentati i pattugliamenti e l'attività di intelligence, non per ricavare informazioni su ciò che avviene all'interno della moschea in Comina, ma per difendere il sito stesso da possibili attacchi esterni. I fatti di Christchurch hanno acceso una lampadina: anche le moschee europee (quindi anche italiane) possono essere a rischio attentati. Per questo a Pordenone si è deciso di incrementare i pattugliamenti, utilizzare più uomini a difesa - silenziosa - del Centro islamico e monitorare eventuali minacce latenti a danno dei cittadini di fede musulmana utilizzando gli stessi metodi messi in campo anni fa per tenere sotto controllo la minaccia del fanatismo religioso. 
Il timore maggiore è quello che anche a Nord Est ci possano essere delle sacche di xenofobia simili a quelle che dall'altra parte del mondo hanno poi partorito la sparatoria di Christchurch. Dall'altra parte c'è la richiesta che giunge dai vertici del Centro islamico, con i fedeli musulmani pordenonesi che chiedono più sicurezza alla luce dell'arrivo sulla piazza di una nuova minaccia, sino ad oggi sconosciuta o ritenuta poco credibile. 
IL CORDOGLIOChiamati a commentare in serie i fatti di Parigi, Bruxelles, Londra (a più riprese), Nizza e Berlino, i rappresentanti della comunità musulmana pordenonese, hanno sempre risposto condannando gli attentati terroristici compiuti in Europa e nel mondo da estremisti islamici più o meno affiliati a gruppi organizzati. Ora che le vittime sono musulmane, e che l'attentato è stato portato a termine da un fanatico della supremazia bianca, sono le autorità islamiche pordenonesi a chiedere una ferma condanna da parte della comunità locale. 
E l'occasione giusta è quella di oggi, perché l'associazione culturale islamica con sede in Comina ha organizzato una commemorazione dedicata alle 49 vittime delle due moschee neozelandesi. L'appuntamento è alle 13.15 al Centro islamico pordenonese. Le autorità musulmane locali hanno esteso l'invito alla partecipazione alle personalità civili e religiose del territorio, nella speranza di ottenere una condanna bipartisan nei confronti di quanto è successo a Christchurch. Anche l'evento di oggi, si intende, sarà sorvegliato dalle forze dell'ordine, proprio in virtù delle nuove disposizioni. Misure aggiornate, queste, che devono tenere conto di una minaccia nuova, e per questo non ancora conosciuta e prevedibile. 
Marco Agrusti
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