Campanile della discordia: ruderi e muri imbrattati

Venerdì 5 Ottobre 2018 di Dario Furlan
Campanile della discordia: ruderi e muri imbrattati
PORDENONE - Per una città capoluogo che si candida a conseguire il titolo di «capitale della cultura», ci sono ancora delle brutture e magagne a cui occorre porre rimedio prima che arrivino gli ... ispettori. C'è subito da dire che si tratta in gran parte di cose ereditate, ma ora toccherà a questa amministrazione. Si parte dallo skyline rovinato dalla perenne ingabbiatura posta alla sommità del campanile di San Giorgio. Dato che i lavori esterni sono terminati, sarebbe meglio, verrebbe da dire, togliere le impalcature per rimettere in luce gli scenografici Atlanti che sorreggono il globo terracqueo. E appurato che ancora non ci sono segnali precisi per il reperimento dell'ingente finanziamento necessario per la ricollocazione della statua del Santo e correlato Drago e quindi si prospetta una soluzione: restaurare i due pezzi (con i pochi soldi sinora reperiti) e metterli a dimora su un piedistallo a fianco della chiesa o, in alternativa, negli spazi verdi del museo d'arte sacra al Centro diocesano di via Revedole.
 
PIAZZA XX SETTEMBREProseguendo in piazza XX Settembre è ora ben visibile lo scempio apportato ai due grandi alberi che dominano l'angolo tra biblioteca e bar Posta. Una pianta è stata infatti brutalmente cimata di ben tre metri in occasione delle iniziative natalizie programmate dal Municipio: una amputazione atta a far meglio allocare le luminarie che fungevano da attrazione. Un danno irrecuperabile. Accanto a questi monumenti vegetali il tempio della cultura rischia di snaturare la sua funzione. Il riferimento è allo storico palazzo che ospita la Biblioteca civica. Una parte della pregevole balaustra in pietra (da poco ripulita ad hoc) è perennemente oscurata da uno striscione da stadio che per ben tre volte inneggia al Comune di Pordenone. Se da un lato il commercio ha le sue esigenze, non brillano certo per bellezza sedie e tavolini autorizzati nei pressi dell'entrata principale della biblioteca in cima al terrapieno perchè avviliscono ulteriormente la bellezza architettonica dell'edificio. Ancora peggiore è la situazione del chiostro interno, quasi sempre carico di materiale al punto che a volte gli utenti sono costretti a dribbling tra sedie, pannelli espositivi, locandine, masserizie, palchi, torri sceniche, bancali mescita, tavoli da ping pong, e chi più ne ha più ne metta. Si sta perdendo il senso dello spazio libero, oltre che rischiare di soprassedere sulle più elementari misure di sicurezza. 
CENTRO STORICOLo storico vicolo delle Mura è stato da tempo adottato da writers che vi hanno apposto dediche, slogan e scarabocchi di ogni genere, unitamente alle sagome del busto dell'odierno primo cittadino (se ne contano ben sei). Soluzione: oltre a sollecitare i privati a sbiancare le pareti lordate, sarebbe meglio sistemare le telecamere della videosorveglianza, che non basterebbero comunque. Il Comune potrebbe però decidere di predisporre anche cancelli alle estremità del vicolo, da tenere aperti unicamente durante il giorno. A essere impiastricciate a più non posso sono anche altre nobili location: la scala Ettore Busetto tra corso Vittorio e vicolo delle Acque, piazzetta del Donatore e la galleria dell'ex teatro Concordia che collega corso Vittorio al Bronx.
BAGNI PUBBLICII cultori dell'archeologia industriale hanno di che ridire sul penoso stato di abbandono in cui versano i ruderi della «Manchester del Friuli». Il riferimento è agli ex Bagni Pubblici di viale Martelli (sono privati), che potrebbero benissimo riprendere la destinazione originaria, onde garantire pulizia corporale agli indigenti, tanto italiani che stranieri. Sulla stessa arteria cittadina insiste il fantasma dell'ex cotonificio Amman a cui aggregare il gemellare Belaz Blanc di Torre, per i quali nessuna concreta progettualità s'intravede all'orizzonte (sono costi esorbitanti per la sola bonifica) mentre imperversano crolli, macerie e rottami col contorno di «visitors» di ogni genere. In adiacenza al bocciodromo di Torre, le rovine dell'ex Cral non aspettano altro che di essere abbattute definitivamente, scongiurando la predisposizione di allegri depositi e discariche. In via Fontane, dirimpetto la moderna Questura, la fu Birreria Pordenone se la stanno «scolando» arbusti, rampicanti e pantegane. A Vallenoncello da segnalare il fantasma dell'inutile (mai entrato in funzione) impianto di sollevamento delle acque del Noncello, monumento allo spreco di denaro pubblico, nonché sfregio al sottostante fiume simbolo della città. Poi c'è la questione dei plateatici (le estensioni dei bar su suolo pubblico) che ingombrano le piazze Cavour e XX Settembre, nonché i due Corsi della Contrada, costringendo veicoli, ciclisti e pedoni a continui slalom. Il Comune doveva varare il nuovo piano, ma per ora non c'è ombra, anzi a quanto apre i tempi sono stati rinviati. Del resto in in Corso Vittorio molto spesso sono in difficoltà anche le ambulanze.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci