PORDENONE - L’Ordine delle professioni infermieristiche aveva aperto la strada, ma era ovvio che anche l’Azienda sanitaria, per quanto di sua competenza, dovesse procedere con un atto ufficiale. E quell’atto è arrivato: l’ha firmato il direttore generale dell’AsFo (si parte infatti dal Pordenonese, ma sempre più lettere stanno arrivando anche nell’ambito udinese) e prevede la sospensione immediata di 15 infermieri che lavorano direttamente alle dipendenze dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale. Si tratta di una piccola parte di quei 73 professionisti già “appiedati” dall’Ordine. La motivazione è ovviamente legata al vaccino: nessuno di loro si era protetto contro il Covid. «Per il periodo di sospensione, già disposto dal Dipartimento di Prevenzione con la determinazione del 13 luglio - si legge nell’atto ufficiale - non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato».
L’IMPATTO
«Per il momento - ha spiegato il direttore sanitario pordenonese, Michele Chittaro - la sospensione dei 15 infermieri non avrà un grande impatto sul lavoro dell’Azienda sanitaria.
ALTRE MISSIVE
In provincia di Pordenone l’iter sembra essere nettamente più spedito. Solo ieri, ad esempio, il Dipartimento di prevenzione diretto da Lucio Bomben ha processato altre sette lettere da inviare al personale sanitario ancora non vaccinato contro il Covid. Nel frattempo, dall’Ordine degli infermieri sono arrivate ancora altre quaranta “ammonizioni” a carico degli operatori non protetti. È una situazione in divenire che si evolverà di giorno in giorno, fino a raggiungere tutti i sanitari senza vaccino. E nel conto, per ora, mancano ancora gli operatori socio-sanitari, che preoccupano non poco le case di riposo e in generale le comunità protette per anziani.