La svolta, l'ex cotonificio all'asta
Si acquista con meno di 2 milioni

Giovedì 5 Settembre 2019 di Susanna Salvador
Uno dei capannoni all'interno dell'ex cotonificio
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PORDENONE -  Il 25 settembre potrebbe essere la giornata della svolta per l’ex cotonificio Amman di viale Martelli, esempio di archeologia industriale che racconta una parte importante della storia architettonica e produttiva cittadina. È infatti il giorno fissato dal tribunale per l’asta del sito: un milione 700mila euro la cifra necessaria per acquistare gli edifici e gli oltre 106mila metri quadrati che li circondano. E'm ovvio che poi serviranno altri soldi per sistemare la zona che è enorme e proprio all'inizio della città.  L’inizio del processo di edificazione del complesso immobiliare risale al 1875, poi negli anni le costruzioni sono state modificate e ampliate. La produzione è stata avviata all’inizio degli anni Novanta ed è terminata nel 1966: l’ex cotonificio era una delle realtà industriali più importanti della zona e la sua chiusura coincise con un lento declino e degrado dell’area stessa. Il complesso si sposa con il Noncello, dato che all’interno dell’alveo del fiume. Ma, grazie a opere idrauliche di difesa (le prime risalenti al 1966, dopo la grande alluvione), è stato valutato “sito di pericolosità idraulica media”.
I VINCOLI
L’avviso di vendita del tribunale sottolinea come sugli edifici presenti nell’area incidano diversi vincoli: per quelli antecedenti al 1915 (di pregio) è previsto il recupero integrale dell’originale, attraverso un progetto di valorizzazione degli elementi storico-testimoniali, con la possibilità di modificarne la suddivisione interna, ma nel rispetto dei volumi originari; per quelli non di pregio sempre antecedenti al 1915 si ipotizza la ristrutturazione edilizia, ma non la demolizione e ricostruzione integrale. Diverse, invece, le possibilità per gli edifici post 1915 e non di pregio. Altro vincolo importante riguarda l’obbligo di recupero e ripristino degli elementi di archeologia industriale, che sono legati all’utilizzo di canali e corsi d’acqua, ovvero alla storia dell’ex cotonificio e della città.
IL DEGRADO
Anno dopo anno i pordenonesi hanno assistito, impotenti, al lento degrado dell’area, al crollo di parte degli edifici, a stuoli di ragazzini che sceglievano i tetti e i muri dell’ex cotonificio per fare parkour. L’area è stata anche negli anni una sorta di paradiso “proibito” per i fotografi, tanto che molti di quei vecchi capannoni, con le loro immense vetrate semi crollate e i tetti che ormai hanno fatto spazio al cielo, sono diventati set per veri e propri servizi fotografici. Un’area che da sempre ha affascinato i pordenonesi i quali, fino a pochi anni fa, una passeggiata tra quello che è stato uno dei simboli della città, non se la facevano mancare almeno una volta l’anno.
I PROGETTI
Di rinascita dell’ex cotonificio se ne parla da anni. Ma finora si è trattato solamente di “bla bla” senza nulla di concreto. «Il Comune è ancora disposto a prendere in considerazione un partenariato tra pubblico e privato - aveva detto l’assessore Cristina Amirante, una volta saputa la data dell’asta -, in vista di uno sviluppo dell’area in chiave sia naturalistica che urbanistica». Si parlava anche di cinque offerte per l’acquisto, ma ci sarebbero anche dei “ritiri”. Il recupero dell’ex cotonificio comporta l’investimento di milioni di euro ed è ovvio che il privato che investe una tale cifra voglia avere un tornaconto altrettanto importante. Tra i progetti c’era quello di un albergo-boutique, di un ristorante nella cornice del parco. Si parlava anche di residenze, di centri commerciali. Si parlava, appunto. Tra venti giorni si saprà quante offerte sono state presentate, poi forse si capirà qualcosa in più del futuro dell’ex cotonificio.
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