Nella casa di riposo "spariscono" i vestiti da lavare degli anziani

Giovedì 20 Dicembre 2018 di Marco Agrusti
Una veduta di casa Serena a Pordenone
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PORDENONE - La lettera, inviata pochi giorni fa, è indirizzata a due diverse “caselle”: quella della direzione e quella del sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani. Lancia un allarme che riguarda la gestione dei servizi a Casa Serena, residenza per anziani (molti non autosufficienti) del capoluogo. In particolare, come si evince dal testo della missiva, a finire nel mirino è il servizio di lavanderia.  L’accusa è pesante:i vestiti spariscono e non si trovano più.  
Ecco com’è partita la protesta degli ospiti e dei parenti degli stessi: «Scriviamo questa lettera - esordisce il fronte degli scontenti - per evidenziare i gravissimi disservizi che da un paio di mesi a questa parte si verificano in ordine  alla pulizia e alla riconsegna degli indumenti delle persone ricoverate». Poi si entra maggiormente nello specifico, e i parenti segnalano il cuore del problema: «Molti degli ospiti - spiegano - hanno gli armadi vuoti e non è dato sapere che fine abbiano fatto i loro vestiti e la loro biancheria, tant’è vero che i familiari li trovano spesso vestiti sommariamente e con abiti e biancheria non di loro proprietà». 
A specificare ancora meglio quale sia realmente l’accusa, è un parente di un ospite che si trova a Casa Serena: «Trovare il vestiario adatto alle persone anziane che sono ricoverate nella struttura non è semplice. Si tratta di persone spesso non autosufficienti, che necessitano di vestiti comodi, larghi, come quelli segnalati dalla struttura stessa. Si potrà facilmente capire, quindi, come la mancanza del rientro degli abiti dalla lavanderia rappresenti un serio problema. Il vestiario che viene perso non si sa dove sia finito, e la situazione non sta cambiando. Non si sta parlando di un optional, ma di un diritto fondamentale in capo agli ospiti di una struttura per anziani. Capiamo tutti che la coperta è corta, ma una soluzione dev’essere trovata al più presto». 
Tornando alla lettera inviata alla direzione di Casa Serena e al sindaco Alessandro Ciriani, prosegue così: «Si fa presente, inoltre, che i pochi indumenti che vengono restituiti risultano lavati e stirati in maniera approssimativa e molti capi risultano completamente e irrimediabilmente rovinati. Tutto ciò è assolutamente intollerabile: causa un danno economico alle famiglie dei ricoverati ma soprattutto, ed è questo l’aspetto più grave, è lesivo della loro dignità». 
TEMPO ESAURITO
«Sino ad oggi - vanno avanti i parenti delle persone ricoverate a Casa Serena - abbiamo portato pazienza come ci è stato chiesto dalla direzione della struttura, e abbiamo atteso che la situazione si normalizzasse. Nulla di tutto ciò è accaduto e non si è visto alcun miglioramento all’orizzonte. Si sollecita pertanto un intervento urgente per porre termine a tale situazione che si trascina ormai da troppo tempo. Nulla ottenendo - concludono - renderemo pubblica la situazione». 
E la “minaccia” è diventata reale. In mezzo, fanno sapere, c’è anche un cambio della guardia nell’appalto che riguarda proprio il servizio di lavanderia della struttura. Si tratta di un passaggio che agli ospiti e ai familiari degli stessi è stato proposto come risolutivo del problema. «Ci è stato detto di avere pazienza - riferiscono i parenti degli ospiti -, che il nuovo appalto del servizio migliorerà le cose. Ma tutte queste cose venivano dette ad agosto. Ora sono passati dei mesi, e la situazione non sembra migliorare nemmeno un po’». In poche parole, la pazienza eveva un limite, e questo limite è stato raggiunto a ridosso delle festività natalizie. Ora il caso passa tra le mani del sindaco Ciriani e della direzione di Casa Serena, proprio nei giorni in cui si discute della nascita di altre due case di riposo nel capoluogo. 
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