Salvataggio Pordenone, ora si faccia sentire “il cuore della curva”

Ancora lontana la soluzione finanziaria per cercare di mitigare i danni in vista dell'udienza fallimentare. Oggi si torna al lavoro

Lunedì 29 Maggio 2023 di Loris Del Frate
Salvataggio Pordenone, ora si faccia sentire “il cuore della curva”

PORDENONE - In questo momento per i Neroverdi servirebbe il "cuore della curva".

Ovviamente non quello dei tifosi ultras che il cuore hanno già dimostrato di averlo, ma quello dei pordenonesi. Già, perchè se è vero che il presidentissimo Mauro Lovisa ha commesso parecchi errori nella gestione societaria della squadra è altrettanto vero che la città, salvo rarissime occasioni, non gli ha mai concesso fiducia. E passione. O meglio, è rimasta distante. E così Lovisa ha fatto volare i neroverdi dove nessuno era mai arrivato con il pallone a Pordenone, ma ha fatto scivolare la società in crepacci dai quali è complicato venirne fuori. E ha fatto tutto da solo. Per carattere sicuramente, ma anche perchè quel "cuore della curva" non ha mai pulsato all'unisono con quello della città. Un peccato. Oggi forse non saremmo qui a contare i soldi che mancano, i giorni che si susseguono veloci per arrivare all'udienza di fallimento e soprattutto a cercare freneticamente l'uomo (o gli uomini) della provvidenza.


L'ORGOGLIO
Bravi i giocatori a non restare invischiati in queste vicende che così poco hanno a che fare con il calcio. Quello giocato. Uno scatto d'orgoglio che può servire anche per andare lontano. La nazionale di Bearzot era stata umiliata fuori e dentro il campo ai Mondiali dell'82. Come è andata a finire lo sanno tutti. In ogni caso nessun paragone irriverente, la strada è ancora lunga, ma la rabbia dentro, la fame e il riscatto a volte servono più dei fuoriclasse che decidono da soli la partita. Forza ragazzi, chissà che l'orgoglio del Pordenone calcio non risvegli un città che sembra lontana anche da problemi decisamente più grandi come la crisi Electrolux, la sanità che affonda, il Cro che zoppica, il gioiello Cimolai sempre meno luccicante. Cose troppo diverse da mettere insieme? Forse. Ma probabilmente legate a una unica certezza: l'assenza del "cuore della curva". E non solo nel calcio.


LA SETTIMANA
La vittoria a Lecco ha dato un po' di serenità, ma sarà comunque una settimana dura da affrontare. Intanto mercoledì si torna in campo per la seconda gara. Vietati i pronostici. Vietate le previsioni. La scaramanzia conta. Quello che non è vietato, anzi è un dovere per evitare il burrone è la caccia a nuovi soci. Si riparte da quella che sembra una certezza: l'imprenditore Marco La Rosa che sarebbe pronto ad entrare nel board della società con il 5 per cento. Più o meno i soldi necessari per pagare l'iscrizione al campionato e coprire la fidejussione. Per il resto che da sbattersi. E pure parecchio. Nel weekend non ci sono stati passi avanti, almeno così hanno fatto capire quelli che stanno cercando di riprendere in mano la matassa. Claudio Lotito patron della Lazio e Urbano Cairo alla guida del Torino sembrano nomi gettati nell'agone più per sviare che per reali possibilità di scendere in campo per i neroverdi, anche se non si sa mai cosa può accadere nel calcio. Così come nella vita. Sembra più facile, però,
fermarsi all'interno del perimetro regionale. Almeno per ora. Certo, di questi tempi andare a chiedere a un imprenditore di finanziare una squadra di calcio sembra più una battuta di pessimo gusto che la realtà. Eppure se ci fosse qualcuno con la passionaccia forse la strada sarebbe più agevole. Ma chi? E si torna al "cuore della curva" che non si sente pulsare. Così come non ci sono stati segnali neppure da Trieste (la Regione tanto per essere chiari) che si mobilitò per l'Udinese e - in tempi diversi - per la Triestina. A muoversi furono sia Destra che Sinistra. Per i Neroverdi, a ora, neppure la solidarietà in un momento complicato. Ci sta provando Emanuele Loperfido, deputato e tifoso neroverde, così come sta cercando soluzioni (non facili) il ministro Luca Ciriani, più per il suo ruolo istituzionale che per un vero e proprio impulso irrazionale che solo lo sport (e il calcio in particolare) può dare. E si torna ancora al "cuore della curva".

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