Superbatteri resistenti all'antibiotico, rischia di morire per una infezione

Domenica 29 Luglio 2018 di Alberto Comisso
La ricerca dei batteri al microscopio
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PORDENONE - Batteri sempre più resistenti agli antibiotici. È il dato che emerge dai risultati, riferiti al 2017, su antibiotico-resistenza e prescrizione antibiotica in tutta l’Azienda sanitaria 5 del Friuli Occidentale.
Ed è così che infezioni da stafilococco aureo, batterio che “colonizza” cute e naso, possono addirittura risultare potenzialmente mortali. È il caso di un 55enne che si era presentato all’ospedale Santa Maria degli Angeli con un’infezione all’osso di un piede (osteomielite) causata da stafilococco aureo meticillino resistente. Ed ha rischiato di morire.

«È l’esempio — sostiene l’infettivologo Massimo Crapis — in cui il ceppo si è evoluto sviluppando una resistenza agli antibiotici che, in particolare, riguarda le penicilline. Siamo di fronte ad una persona che, per essere curata, non solo dovrà subire un’operazione chirurgica, ma che dovrà essere sottoposta a cura antibiotica con farmaci di seconda e terza linea. Questo perché lo stafilococco ha sviluppato nel soggetto in questione una resistenza ai farmaci comunemente utilizzati per combattere l’infezione in atto».
 
Come dire: è necessario avviare una terapia ricorrendo ad antibiotici più potenti. 
Quello del 55enne non è però un caso isolato: «Nel corso del 2017 — sottolinea lo stesso Crapis — abbiamo riscontrato come il 20 per cento degli stafilococchi, prelevato da campioni di persone che non obbligatoriamente erano ricoverate in una struttura ospedaliera del Friuli Occidentale, è risultato essere resistente ai farmaci di prima linea. È un dato allarmante — prosegue l’infettivologo - anche se lievemente migliore, in termini di percentuale, rispetto alle relazioni degli anni precedenti sempre in tema di antibiotico-resistenza e prescrizione antibiotica».
I BATTERI
Lo stafilococco aureo è la causa principale di infezioni della pelle e dei tessuti molli che, nei casi più gravi, può colpire cuore e cateteri venosi. E, proprio per questo, essere potenzialmente mortale. Si tratta di un batterio Gram-positivo, normalmente presente nella maggioranza degli adulti e proprio per questo (è presente sulla cute e sulla mucosa del naso e della faringe) può originare un’infezione in qualsiasi momento.
Nella maggior parte dei casi non si tratta di disturbi gravi e a volte il batterio si limita a colonizzare o scatena l’infezione ad anni di distanza dall’esposizione. Lo stafilococco può però causare anche infezioni molto serie. Particolarmente preoccupanti sono, appunto, quelle causate dai ceppi resistenti all’antibiotico meticillina. «Il paziente — ricorda Crapis — viene messo in isolamento da contatto affinché l’infezione non possa essere trasmessa ad altre persone».
Ma non è soltanto lo stafilococco aureo ad essere diventato residente agli antibiotici. «La stessa sensibilità la notiamo nell’escherichia coli, batterio normalmente presente nel colon e nell’intestino. È una delle principali cause — sostiene l’infettivologo — di infezioni del tratto urinario e setticemie».
SOGGETTI A RISCHIO
Una considerazione, a questo punto, pare doverosa. «Vengono colpite sempre più spesso — evidenzia Crapis — persone anziane che, nel corso della loro vita, hanno eseguito più terapie antibiotiche. È la conseguenza della facilità con la quale i medici, in generale, hanno utilizzato con molta facilità la terapia antibiotica anche quando, in un paziente, non c’erano evidenti segni di infezione in corso. Abbiamo riscontrato come il 40 per cento delle persone ricoverate nelle strutture ospedaliere della Destra Tagliamento fosse alle prese con una terapia antibiotica: una media molto alta, se si considera che a livello europeo non supera il 30 per cento».
Alberto Comisso

Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 09:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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