Quote latte, gli agricoltori comprano l'azienda all'asta del capo dei Cospa

Mercoledì 16 Ottobre 2019 di Cristina Antonutti
La protesta davanti al tribunale di Prodenone
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PORDENONE «Non mollo! La verità deve emergere». Franco Paoletti, leader del Cospa, nessuno lo ferma. Forte dell’ordinanza in cui il gip di Roma, Paola De Nicola, evidenzia il pasticcio delle quote latte, dai calcoli sbagliati fino alle multe illegittime, ha ricominciato la sua battaglia. Le bandiere del Comitato spontaneo agricoltori ieri mattina sventolavano di nuovo davanti al Tribunale di Pordenone. Sostenuto da allevatori arrivati anche dalla Lombardia, poco dopo mezzogiorno ha incontrato il presidente del Tribunale, Lanfranco Maria Tenaglia. Tre gli obiettivi: bloccare l’asta che di lì a poche ore avrebbe interessato la sua azienda agricola, chiedere la revisione del processo costato una condanna a 2 anni e 9 mesi, ottenere un incontro con il presidente Sergio Mattarella nella veste di presidente del Consiglio superiore della magistratura.  Per quanto riguarda le prime due richieste gli è stato spiegato che avrebbe dovuto seguire un altro iter. Ore 15. L’azienda di Paoletti - costruita partendo dall’acquisto di una vacca per la madre, profuga istriana che aveva perso tutto - è stata battuta all’asta per 109 mila euro. L’esecuzione immobiliare era frutto di un’azione di Unicredit, sulla quale il Tribunale non poteva intervenire. «Tutta colpa - spiega l’allevatore - del sequestro finalizzato alla confisca che mi aveva massacrato. Non potevo neanche staccare un assegno per pagare le tasse». La tensione era alta. In viale Marconi, dove era in programma l’esecuzione, erano presenti anche i poliziotti della Digos, che hanno seguito passo dopo passo i movimenti degli allevatori sin dal mattino. C’erano soltanto due pretendenti: un abitante di San Quirino e un allevatore del Cospa. «Era il nostro piano B», afferma Paoletti riferendosi all’appoggio degli altri allevatori. A 112mila euro non ci sono stati ulteriori rilanci e l’allevatore del Cospa si è aggiudicato l’azienda tra lacrime di gioia e abbracci, «perchè Paoletti non lo lasciamo solo - spiega l’agricoltore lombardo Fabio Bertoletti - se non era per lui e le sue denunce, nessuno ci avrebbe dato retta».
LE AZIONI
Il prossimo obiettivo è ottenere un colloquio con Mattarella. «La nostra intenzione - afferma Paoletti - è bloccare i recuperi coatti legati alle Quote latte e ottenere la revisione del mio processo, perchè voglio essere assolto con formula piena. Purtroppo l’ordinanza del gip di Roma non fa giurisprudenza, ma si presta a diversi meccanismi, ad esempio la usano nei ricorsi al Tar». E poi c’è la sua confisca, pari a 5,3 milioni di euro, revocata dalla Corte d’appello di Trieste con la sentenza di secondo grado. «Ciò che mi indispettisce - osserva - è che dopo aver creato questo meccanismo e avermi processato per truffa aggravata, si sono dimenticati di trascrive l’atto di confisca. Voglio approfondire. Sono sereno e vigile. Ho sulla testa una multa esigibile di 3 milioni di euro, agisco per legittima difesa e per tutti coloro che si trovano nella mia stessa condizione. Adesso la battaglia sarà dura». 
Ultimo aggiornamento: 08:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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