Benzinaio col pollice verde: il suo chiosco diventa il "giardino delle orchidee"

Domenica 12 Luglio 2020 di Michelangelo Scarabellotto
Silverio Pivetta
SACILE - Tra una corsa alle pompe di benzina, per fare il pieno a un cliente o un lavaggio, Silverio Pivetta, che da 21 anni gestisce l'area Eni di viale della Repubblica con la moglie Alejandra Celotto, coltiva la passione per le orchidee. Una febbre con la quale ormai convive: «Sette anni fa mi è capitata tra le mani una Phalaenopsis trascurata - sorrise guardando le 138 orchidee che ormai tratta come figlie - e ho provato una grande pena. Quel fiore mi stava dicendo qualcosa, chiedeva aiuto. E ho risposto». Una storia che Silverio ripete quasi ogni giorno a chi si ferma al distributore e, guardando ammirato le orchidee, chiede spiegazioni. «Ne ho 10 in quarantena - aggiunge - e altre sei sono a casa perché più delicate».

LA STORIA
All'Agip, ora Eni, Silverio e Alejandra sono arrivati 21 anni fa: «Ho lavorato con passione al servizio dei clienti. Amo anche preparare dolci e lavorare il legno - chiarisce, guardandosi le mani capaci di fare qualsiasi cosa - ma la natura e i fiori, che vado ad ammirare alle 5, prima che sorga il sole, sono la mia vera estasi. Ringrazio il buon Dio per le grandi meraviglie che ci ha affidato e che spesso non trattiamo con altrettanto amore». Sette anni fa la folgorazione ... sulla via dei fiori, percependo il dolore della Phalaenopsis trascurata. «Ho iniziato a interessarmi alle orchidee - fa sapere - per capire quale fosse il loro ambiente ideale. Amano tanta luce, non però diretta. Hanno bisogno di essere annaffiate secondo la stagione, ho imparato la temperatura e l'umidità giuste. Ho poi cominciato a frequentare le fiere dei fiori e in poco più di 2 anni ne ho acquistate una ventina. A quel punto è sorto il problema di dove custodirle perché in casa non ci stavano tutte. Con Alejandra abbiamo pensato che la vetrina dell'impianto di carburante era la soluzione migliore in quanto mi consentiva di averle sempre bene in vista per accudirle e accorgermi di un eventuale malore».

LA GRANDE VETRINA
Eni ha subito concesso di trasformare la vetrina, usata per i prodotti dell'auto, in una sorta di serra per le orchidee. «Ora possiamo godercele - puntualizza Silverio - in ogni istante. Ma le orchidee sono diventate uno spettacolo apprezzato dai clienti. Non solo. Alcune persone, animate dalla stessa nostra passione ma non dotate di pollice verde, mi hanno chiesto di adottare le loro orchidee che sarebbero finite in discarica». Tra le tante donne, Silverio ricorda Cinzia, cliente affezionata, che ogni mese porta 3/4 orchidee che, dopo due settimane in quarantena, trovano posto nella vetrina del distributore. «Alcuni vasi hanno storie curiose. Penso ai 5 grandi vasi di Cymbidium di un'anziana, alle dieci 10 Phalaenopsis che mi ha portato un parente di una donna morta». Dopo una pausa Silverio dice che oggi sono 154 le orchidee che cura: «La maggior parte sono Phalaenopsis con una esplosione di fioritura e colori diversi concentrata tra febbraio e settembre. Purtroppo - conclude - non ho più spazio da utilizzare, ma mi dispiacerebbe che dei vasi venissero buttati via». E poi svela un grande segreto. «Quando al mattino arrivo al lavoro il primo saluto è per le orchidee. Mi assicuro che tutte stiano bene. Poi vado alle pompe e mi emoziono a parlare di loro con i clienti che mi chiedono consigli su come curarle e farle rifiorire. Non sono solo fatiche quelle che sopporto. Sono di più le soddisfazioni che mi procurano con le loro fioriture portandomi gioia, serenità e speranza che in questo momento non fanno male».
 
Ultimo aggiornamento: 09:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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