La risposta che non ti aspetti.
LA DOCCIA FREDDA
Piazza Risorgimento non vuole la musica. Sintetizzando è così. In realtà il pensiero del comitato è leggermente più articolato. E si inserisce nel solco di quella che è la storia della piazza. «Non servono manifestazioni di nessun genere - sono le parole scritte dal comitato - tanto meno quelle che portano rumore, puzze e caos, magari con gente mordi e fuggi, senza un vero tornaconto per la città. Chi è addetto a organizzare queste cose pensi invece a come rivitalizzare la città con un commercio di qualità e dove si possa vedere della vera professionalità, visto che ci sono tanti negozi chiusi ovunque nella città e lasci stare la nostra piazza con la nostra fontana». Frasi che pungono, accompagnate però da un salto nel passato. «Il comitato “Cittadini per piazza Risorgimento” si è dato da fare, ha raccolto migliaia di firme in poco tempo per mandare via le corriere, salvare la fontana, salvare gli alberi esistenti e farne piantare altri per avere quello che ora in molte città moderne chiamano parco urbano. Avremmo voluto più aiole verdi e fiorite, tuttavia sicuramente ora è molto più bella di com’era prima, si è creato un microclima e si è abbattuto l’inquinamento. È una zona residenziale, forse con la più alta densità abitativa della città e con più di cento uffici nei dintorni, dove gli abitanti vogliono stare tranquilli. Per questo si ringrazia chi in questi anni ha saputo migliorare la sicurezza e si spera possa ancora migliorare». Tradotto: serve solo una piazza sicura, senza microcriminalità, che vive di giorno. E tutti i tentativi per portare gli eventi nel quadrilatero? Secondo il comitato sarebbero praticamente inutili.
IL QUADRO
Il ragionamento del comitato si allarga anche oltre i confini di piazza Risorgimento. «La domanda che sorge spontanea è quindi questa: qual era il progetto sulle piazze di Pordenone prima degli investimenti fatti per riqualificarle? C’era un progetto per il loro futuro o era un investimento fine a se stesso? Se l’idea era quella di ripopolarle nella quotidianità, qualcosa è andato storto. Il progetto era forse di portare gente solamente con degli eventi che arrecano perlopiù fastidi a tutte le persone che vivono in zona? Puzza, caos, sporcizia, rumore e una volta finiti questi eventi cosa rimane ai pordenonesi? Niente. Le piazze e la città rimangono vuote. La vera missione dovrebbe essere quella di riqualificare la città pensando ad incentivare il commercio di qualità, svolto con passione e professionalità che riporti i pordenonesi a vivere tutti i bellissimi angoli cittadini, tutti i giorni e non solo in occasione di sporadiche e discutibili eventi».