Piazza Risorgimento, futuro in bilico. I residenti rifiutano la musica: «Non ci servono questi eventi»

Lunedì 15 Maggio 2023 di M.A.
Piazza Risorgimento

 La risposta che non ti aspetti.

O forse che non ti aspetti se non conosci il sentimento comune di chi in piazza Risorgimento ci vive, non di chi ci transita e basta. Una risposta che apre un’altra frattura - qualcuno ci vedrà anche della politica, ma in realtà è un’istanza dal basso - nel dibattito sul futuro del “quadrilatero”. La firma, in questo caso, è quella del comitato che prende il nome dalla piazza stessa. L’oggetto? Gli eventi musicali annunciati su queste pagine dal vicesindaco Alberto Parigi proprio in piazza Risorgimento. La risposta? Un “no” secco. 


LA DOCCIA FREDDA


Piazza Risorgimento non vuole la musica. Sintetizzando è così. In realtà il pensiero del comitato è leggermente più articolato. E si inserisce nel solco di quella che è la storia della piazza. «Non servono manifestazioni di nessun genere - sono le parole scritte dal comitato - tanto meno quelle che portano rumore, puzze e caos, magari con gente mordi e fuggi, senza un vero tornaconto per la città. Chi è addetto a organizzare queste cose pensi invece a come rivitalizzare la città con un commercio di qualità e dove si possa vedere della vera professionalità, visto che ci sono tanti negozi chiusi ovunque nella città e lasci stare la nostra piazza con la nostra fontana». Frasi che pungono, accompagnate però da un salto nel passato. «Il comitato “Cittadini per piazza Risorgimento” si è dato da fare, ha raccolto migliaia di firme in poco tempo per mandare via le corriere, salvare la fontana, salvare gli alberi esistenti e farne piantare altri per avere quello che ora in molte città moderne chiamano parco urbano. Avremmo voluto più aiole verdi e fiorite, tuttavia sicuramente ora è molto più bella di com’era prima, si è creato un microclima e si è abbattuto l’inquinamento. È una zona residenziale, forse con la più alta densità abitativa della città e con più di cento uffici nei dintorni, dove gli abitanti vogliono stare tranquilli. Per questo si ringrazia chi in questi anni ha saputo migliorare la sicurezza e si spera possa ancora migliorare». Tradotto: serve solo una piazza sicura, senza microcriminalità, che vive di giorno. E tutti i tentativi per portare gli eventi nel quadrilatero? Secondo il comitato sarebbero praticamente inutili. 


IL QUADRO


Il ragionamento del comitato si allarga anche oltre i confini di piazza Risorgimento. «La domanda che sorge spontanea è quindi questa: qual era il progetto sulle piazze di Pordenone prima degli investimenti fatti per riqualificarle? C’era un progetto per il loro futuro o era un investimento fine a se stesso? Se l’idea era quella di ripopolarle nella quotidianità, qualcosa è andato storto. Il progetto era forse di portare gente solamente con degli eventi che arrecano perlopiù fastidi a tutte le persone che vivono in zona? Puzza, caos, sporcizia, rumore e una volta finiti questi eventi cosa rimane ai pordenonesi? Niente. Le piazze e la città rimangono vuote. La vera missione dovrebbe essere quella di riqualificare la città pensando ad incentivare il commercio di qualità, svolto con passione e professionalità che riporti i pordenonesi a vivere tutti i bellissimi angoli cittadini, tutti i giorni e non solo in occasione di sporadiche e discutibili eventi». 

Ultimo aggiornamento: 07:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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