Piancavallo, agnellini e una capra incinta abbandonati nel furgone incustodito

Mercoledì 9 Settembre 2020 di Lara Zani
Agnellini morti in un furgone incustodito a Piancavallo

AVIANO - Una decina di agnellini, alcuni dei quali morti, e una capra incinta, anch'essa già morta, all'interno di un furgone incustodito. Questo lo spettacolo che si è trovato davanti ieri un gruppo di pordenonesi, durante un'escursione a Piancavallo. Immediata la segnalazione alla Lav e ai Carabinieri, che sono intervenuti con un veterinario. Le prime verifiche non hanno accertato maltrattamenti e gli agnelli sono stati restituiti al proprietario, un pastore, ma la Lav chiede ulteriori controlli. 
SEGNALAZIONE ALLA LAV
«Alle 17, al numero Lav malttramenti - racconta Guido Iemmi - è pervenuta una segnalazione telefonica da parte di una persona che trascorreva la giornata a Piancavallo. Passeggiando, la sua attenzione era stata richiamata dai belati disperati provenienti da un camioncino per il trasporto bestiame. Issatasi sulle grate, ha assistito a uno spettacolo terribile: una capra e diversi agnellini vivi, altri immobili, presumibilmente cadaveri. La persona ha allertato i Carabinieri di Pordenone e la Lav. È stata inviata una pattuglia, assieme al veterinario di turno dell'Asfo». 
L'UFFICIO LEGALE
Quest'ultimo, appunto, non ha accertato maltrattamenti, ma la Lav annuncia che, attraverso il suo ufficio legale, chiederà ulteriori approfondimenti: «Lav chiede che Asfo e Istituto di igiene e profilassi facciano tutte le analisi necessarie a stabilire cause della morte e la salute di quelli ancora in vita. Se dovessero essere accertate morti e abbandono del camion, chiederemo alla Procura che vengano tolte al trasportatore e all'allevatore le relative licenze». 
IN PROCURA
Sempre nel caso in cui si accertassero violazioni, «Lav chiede alla Procura della Repubblica di procedere al sequestro probatorio degli animali per i reati di abbandono, maltrattamenti e uccisione di animali in base agli articoli 544 bis, 544 ter e 727 del Codice penale e quindi alla relativa confisca, con affidamento degli animali con il vincolo della non macellazione e del non uso per la produzione, per salvarli definitivamente dal loro triste destino. Lav si riserva di denunciare i responsabili e costituirsi parte civile nel processo che auspica venga fatto. Questa vicenda testimonia concretamente come gli animali vengano utilizzati come oggetti e come non vengano considerati rischi, anche sanitari, per i consumatori».
 

Ultimo aggiornamento: 10:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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